“Antò, fa caldo” e a causa del cambiamento climatico ne farà sempre di più. Già in alcune parti del mondo si toccano temperature che mettono a dura prova l’essere umano, superiori ai 50°C in città del Messico, India, Pakistan e Oman. Secondo i dati di Copernicus della Commissione Europea e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), gli ultimi anni sono stati i più caldi mai registrati in Europa. Il 2022 quello più caldo dal 1971.
Questa situazione è particolarmente grave nelle grandi città, dove il cemento, il traffico e l’attività industriale fa schizzare le temperature e dove, secondo le stime, risiederà il 68% della popolazione mondiale (che nel frattempo continua ad aumentare). L’eccessivo calore può avere gravi conseguenze per la salute, inclusi problemi che possono richiedere ricovero ospedaliero o, nei casi estremi, portare alla morte. Senza contare i danni che fa all’ambiente, agli animali e alla produttività, come dimostra la siccità in Sicilia. Cosa si può fare?
Come funziona il tessuto che abbatte le temperature
Una risposta confortante arriva dall’Università di Chicago, dove il team della Pritzker School of Molecular Engineering ha sviluppato un materiale innovativo che potrebbe cambiare radicalmente il nostro approccio al caldo estremo, abbassando le temperature fino a 9 gradi.
Questo materiale versatile può essere utilizzato non solo per l’abbigliamento, ma anche per automobili, conservazione degli alimenti e progettazione di edifici. La sperimentazione di questo tessuto, ora sotto brevetto provvisorio, è stata effettuata sotto il sole intenso dell’Arizona con risultati sorprendenti.
Materiali innovativi e test rigorosi
Il nuovo tessuto ha dimostrato una capacità significativa di ridurre la temperatura percepita. In confronto ai tessuti sportivi progettati per l’aria aperta, il materiale sviluppato dal team americano ha abbassato la temperatura percepita di 2,3 gradi Celsius.
Rispetto alla seta, tradizionalmente utilizzata per gli abiti estivi, la differenza è ancora più marcata, con una riduzione di 8,9 gradi Celsius. “Dobbiamo ridurre le emissioni di carbonio e rendere le nostre città carbon negative o carbon neutral” ha dichiarato Po-Chun Hsu, autore dello studio.
Il segreto del nuovo tessuto
Il funzionamento del tessuto si basa sulla sua capacità di riflettere sia la luce solare diretta che la radiazione termica emessa dagli edifici e dalle superfici urbane.
Secondo i protagonisti dello studio, infatti, i materiali progettati con lo specifico scopo di riflettere la luce lasciano esposto solo il 3% degli indumenti, ma il restante 97% viene surriscaldato dalla radiazione termica. “La luce solare è visibile, la radiazione termica è infrarossa, quindi hanno diverse lunghezze d’onda. Ciò significa che è necessario avere un materiale che abbia due proprietà ottiche contemporaneamente. È molto difficile da realizzare”, ha spiegato il co-autore Chenxi Sui. L’esposizione cambia a seconda delle zone del corpo (e del vestito), per questo “è necessario giocare con la scienza dei materiali per progettare e sintonizzare il materiale in modo da ottenere diverse risonanze a diverse lunghezze d’onda”, aggiunge.
Possibili utilizzi del tessuto
Il nuovo tessuto garantirebbe quindi un sistema di raffreddamento passivo.
Oltre all’abbigliamento, una versione più spessa di questo tessuto e protetta da uno strato invisibile di polietilene potrebbe essere applicata agli edifici e alle automobili, riducendo le temperature interne e abbassando i costi energetici e l’impatto ambientale. Inoltre, il materiale potrebbe essere utilizzato per trasportare e conservare alimenti sensibili al calore abbattendo la necessità di refrigerazione e l’impatto ambientale associato. Tasche e ambiente ringrazierebbero.