Se almeno una volta hai pensato di far controllare l’acqua potabile di casa tua anche a costo di sostenere le spese per macchinari, tecnici, e chicchessia, mettiti comodo. E anche se non ci hai mai pensato, perché quello ideato dall’ingegnere Piotr Domek dell’Università di Poznan Polonia è uno straordinario esempio di biomimetica, ovvero l’imitazione di processi naturali per risolvere problemi umani.
Sotto il fiume Vistola, Domek ha trasformato un gruppo di otto vongole in sentinelle dell’acqua potabile. I piccoli molluschi danno un supporto fondamentale all’impianto di diffusione della risorsa idrica di Gruba Kaska.
Come funziona il monitoraggio con le vongole
Il sistema si basa sulla straordinaria sensibilità delle vongole alle variazioni della qualità dell’acqua. Le vongole vengono prelevate dal loro ambiente naturale e acclimatate per alcune settimane prima di essere inserite in una vasca dove scorre l’acqua prelevata dal fiume Vistola prima di arrivare nell’impianto di Gruba Kaska. Qui vivono in condizioni normali, ma con un’importante aggiunta tecnologica: un piccolo interruttore collegato a una delle due valve (le parti che formano la conchiglia).
Se l’acqua contiene sostanze tossiche come metalli pesanti, pesticidi o altri inquinanti, le vongole si chiudono. Questo movimento attiva il sensore collegato all’interruttore. Se almeno quattro vongole su otto si chiudono contemporaneamente, il sistema considera la situazione allarmante e interrompe immediatamente il flusso dell’acqua. A quel punto, una squadra di tecnici interviene per analizzare chimicamente il campione e verificare la presenza di sostanze nocive. Solo dopo le opportune verifiche e, se necessario, la depurazione dell’acqua, il sistema riprende la normale erogazione.
Perché le vongole sono così efficaci?
Le vongole possiedono una sensibilità straordinaria alle alterazioni ambientali, molto più rapida rispetto agli strumenti di analisi chimica tradizionali. Questo le rende un bioindicatore naturale estremamente affidabile e immediato, capace di segnalare in tempo reale eventuali contaminazioni dell’acqua. Inoltre, a differenza dei sensori artificiali, non hanno bisogno di calibrazione costante e funzionano senza necessità di energia elettrica.
Il successo di questa tecnologia potrebbe aprire la strada a un impiego più diffuso in altre città e Paesi, contribuendo a migliorare la sicurezza dell’acqua potabile in modo sostenibile e a basso impatto ambientale. In un’epoca in cui il cambiamento climatico impone di rivedere le abitudini e di ridurre i consumi, soluzioni come quella trovata dall’ingegner Piotr Domek dimostrano che la natura, con i suoi meccanismi millenari, può ancora offrire strumenti preziosi per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Dopo tre mesi di ‘lavoro’ i molluschi vengono reintrodotti nuovamente nel loro habitat naturale. Un metodo innovativo ed efficace che, combinato con altre tecnologie, contribuisce a garantire la potabilità dell’acqua per ben otto milioni di persone.
L’acqua delle nostre case è sicura?
L’acqua potabile dei rubinetti delle case italiane è sicura nel 99%, ma un italiano su tre non si fida e preferisce acquistarla in bottiglia (di plastica), con le relative ricadute sull’ambiente e sulla spesa.
Secondo il rapporto del neonato Centro nazionale per la sicurezza delle acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità nel 99,1% dei casi l’acqua rispetta i parametri sanitari microbiologici e chimici, e nel 98,4% risulta conforme agli indicatori di qualità che non sono direttamente correlati alla salute ma che influiscono su sapore, odore e colore.
Anche se sicura, l’acqua potrebbe contenere contaminanti o sostanze in eccesso inncocue per la salute, ma comunque non gradite. Per questo motivo, è importante valutare l’acquisto di un sistema di purificazione, come quello dell’osmosi inversa che può rimuovere fino al 95% degli inquinanti presenti nell’acqua (metalli pesanti, batteri e calcare). Questo metodo “consente di ottenere acqua di alta qualità, più leggera e sana, che non solo è più sicura da bere, ma migliora anche il gusto dei cibi e delle bevande preparate con essa”, spiega Malara.
Test fai-da-te per verificare la qualità dell’acqua
Se ti stai chiedendo come fare a utilizzare le vongole, nessun problema: esistono semplici test che puoi fare a casa per valutare la qualità dell’acqua potabile.
Uno dei metodi più semplici per verificare la qualità dell’acqua è quello dei cubetti di ghiaccio. Preparando ghiaccio con acqua del rubinetto e osservando il risultato, possiamo trarre conclusioni sulla sua purezza. Come spiega Lorenzo Malara, amministratore delegato di Virtus Italia, azienda specializzata nel trattamento delle acque, “i cubetti di ghiaccio opachi indicano la presenza di impurità disciolte, come minerali e calcare in eccesso”. Al contrario, l’acqua pura genera cubetti trasparenti e cristallini. Un altro metodo utile è la bollitura. Per questo test, basta riempire una pentola con acqua del rubinetto, portarla a ebollizione e mantenerla sul fuoco per 20-30 minuti. Dopo aver versato l’acqua in un bicchiere, è possibile osservare se risulta limpida o se ci sono residui sul fondo. La comparsa di una patina bianca nella pentola indica la presenza di calcare o altre impurità che si sono concentrate durante la bollitura. Questo test è particolarmente indicato per chi vive in zone con acqua “dura”, ricca di minerali come calcio e magnesio.
Anche un confronto con l’acqua minerale in bottiglia può essere utile: basterà bollire l’acqua comprata dal supermercato in una pentola e quella del rubinetto in un’altra per fare un rapido confronto di cosa resta sul fondo a fine ebollizione. Questo approccio aiuta a capire se le impurità presenti nell’acqua di casa sono particolarmente elevate oppure nella norma.
Chiaramente, prima di arrivare nelle nostre case (perdite permettendo), l’acqua deve passare dagli impianti pubblici, e lì non è possibile applicare i test fai-da-te. Per fortuna ci sono le vongole.