La flotta terrestre e aerea di Poste Italiane avrà un nuovo alleato nel suo percorso verso la sostenibilità: i biocarburanti forniti da Enilive, la società di Eni specializzata nei servizi e prodotti per la mobilità. Le due società hanno siglato un accordo importante verso la transizione energetica e la neutralità carbonica che Poste Italiane si è prefissata di raggiungere entro il 2030, anticipando di vent’anni gli obiettivi fissati dalla normativa europea.
Il direttore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, e il direttore generale Energy Evolution di Eni, Giuseppe Ricci, hanno ufficializzato questa collaborazione tramite una lettera di intenti.
Biocarburanti per Poste Italiane
L’intesa prevede la fornitura di biocarburanti principalmente derivati da scarti, come oli esausti da cucina e grassi animali, nonché residui dell’industria agroalimentare, lavorati nelle bioraffinerie di Enilive.
Per quanto riguarda il trasporto su gomma, l’accordo include l’erogazione del diesel da materie prime rinnovabili HVOlution, disponibile in oltre 1.000 stazioni di servizio in Italia. Questa fornitura sarà gestita attraverso Multicard, il servizio di carte commerciali di Enilive. Inoltre, per il trasporto aereo, si prevede la fornitura di JET A1+Eni Biojet presso alcuni aeroporti nazionali italiani.
Questo carburante sostenibile per l’aviazione (SAF) è prodotto al 100% da materie biologiche e può essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.
Giuseppe Lasco commenta l’importanza di questa collaborazione: “La collaborazione con Enilive apre un capitolo nuovo del nostro percorso di integrazione dei principi ESG nelle strategie aziendali. L’intesa ci permette di far muovere la nostra flotta con biocarburanti, una soluzione grazie alla quale potremo ridurre sempre più rapidamente l’uso di carburanti di origine fossile. L’accordo favorirà le nostre politiche per l’ambiente e fornirà un forte impulso alla diminuzione della nostra impronta carbonica, contribuendo al processo di transizione green dell’economia”.
L’obiettivo comune è contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti stradali e aerei attraverso l’utilizzo di biocarburanti.
Giuseppe Ricci, direttore generale di Energy Evolution di Eni, ha sottolineato l’importanza di questa intesa: “Gli impianti e le tecnologie che abbiamo sviluppato nell’ultimo decennio consentono a Enilive di produrre le quantità di HVOlution e SAF necessarie a soddisfare le esigenze del mercato. Per quanto riguarda il trasporto aereo, possiamo anche rispondere alle indicazioni delle normative, come ReFuelEU dell’Unione Europea, che mira ad estendere progressivamente l’adozione dei SAF, fino a raggiungere il 70% nel 2050”.
Questo accordo, frutto della partecipazione di entrambe le società al Ministero dell’Economia e delle Finanze, si inserisce nel contesto della transizione energetica del Paese e del Piano Strategico di Poste Italiane. Tra queste, spicca la sostituzione dell’intero parco mezzi con veicoli più sostenibili e il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2030, anticipando di vent’anni gli obiettivi fissati dalla normativa europea.
L’intesa prevede anche la possibilità di successivi accordi vincolanti, che saranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, comprese le disposizioni relative alle operazioni tra parti correlate. Con questa collaborazione, Poste Italiane e Enilive si pongono come protagonisti nella transizione verso un futuro più sostenibile per il settore dei trasporti.
Cosa sono i biocarburanti?
I biocarburanti sono combustibili rinnovabili prodotti da biomasse, che includono materiali vegetali come cereali, olio vegetale e rifiuti organici. Tra i biocarburanti più utilizzati ci sono il biodiesel, ottenuto da oli vegetali e grassi animali, e il bioetanolo, derivato dalla fermentazione di zuccheri. Ad esempio, secondo il rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2021 la produzione globale di biodiesel ha raggiunto circa 39 miliardi di litri, ovvero circa il 5% della domanda totale di diesel.
I vantaggi dei biocarburanti includono una riduzione delle emissioni di gas serra fino al 70% rispetto ai carburanti fossili, a seconda del tipo di biocarburante e del metodo di produzione. Inoltre, i biocarburanti possono contribuire alla diversificazione energetica e alla creazione di posti di lavoro nel settore agricolo e industriale.
Perché i biocarburanti sono poco utilizzati?
Le ragioni che rendono il biocarburante poco diffuso sono diverse.
In primis, questo tipo di combustibile può sottrarre suolo all’agricoltura alimentare, portando a potenziali aumenti dei prezzi degli alimenti. Si pensi al caso del mais, il cui utilizzo per la produzione di bioetanolo ha suscitato preoccupazioni per l’impatto sui mercati alimentari.
Inoltre, non tutti i biocarburanti sono sostenibili; alcuni processi produttivi possono comportare pratiche agricole dannose, come la deforestazione e l’uso eccessivo di fertilizzanti.
Questo il quadro attuale, ma non si possono escludere importanti cambiamenti in futuro, grazie all’innovazione tecnologica.
Biocarburanti dai mozziconi di sigarette
Uno degli studi più recenti e innovativi sul riciclo dei mozziconi delle sigarette per produrre biocarburante è il progetto Focus (Filter of Cigarettes reUse Safely), nato a Capannori, in provincia di Lucca, nel 2020. Il progetto è promosso dal Centro Interdipartimentale “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, ed è sviluppato in collaborazione con il Comune di Capannori, l’Istituto sugli ecosistemi terrestri del Cnr, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari E Agro-ambientali e Ascit, l’azienda che gestisce i servizi di igiene urbana nell’area lucchese.
Se i successi ottenuti in laboratorio venissero confermati, i biocarburanti potrebbero fare un grande passo avanti. Si pensi che solo in Italia, ogni anno, ci sono 14 miliardi di mozziconi all’anno che non vengono smaltiti correttamente.
Lo studio prevede di raccogliere i mozziconi delle sigarette da vari luoghi pubblici, come parchi, strade e piazze, e di sottoporli a due possibili utilizzi:
– trasformare i mozziconi delle sigarette in un substrato inerte, cioè una base biodegradabile per la coltivazione di piante ornamentali e arbusti;
– trasformare i mozziconi delle sigarette in biocarburante, attraverso l’uso di microalghe, organismi vegetali, in grado di produrre biomassa e olio a partire dalla luce solare, dall’anidride carbonica e dall’acqua.
Se vuoi approfondire lo studio, clicca qui: Dai diamanti non nasce niente, dai mozziconi nasce il biocarburante?
Dunque, l’industria dei biocarburanti sta avanzando, ma non si punta esclusivamente su questi carburanti per diverse ragioni. Le limitazioni nella disponibilità di biomassa, le preoccupazioni ambientali legate alla produzione e la necessità di tecnologie più avanzate per migliorare l’efficienza rendono difficile una transizione completa.
Le normative, quelle europee in primis, spingono per un’adozione più ampia dei carburanti sostenibili, ma il futuro energetico richiederà una combinazione di soluzioni.