Affrontare la crisi climatica non sarà economico. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C — obiettivo chiave dell’Accordo di Parigi — richiederà investimenti annui tra i 3 e i 6 trilioni di dollari fino al 2050. Questa cifra mastodontica mette in evidenza l’urgenza di risorse innovative per finanziare progetti ambientali ambiziosi. In questo scenario emergono i green bond, obbligazioni verdi, che stanno rivoluzionando il panorama finanziario globale con il loro approccio sostenibile.
Cosa sono i green bond?
I green bond operano come le obbligazioni tradizionali, con una differenza cruciale: i fondi raccolti vengono destinati esclusivamente a progetti con un impatto ambientale positivo, come l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica o le infrastrutture verdi. Questo strumento ha iniziato a guadagnare terreno nel 2007, con l’emissione della prima obbligazione verde da parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), seguita un anno dopo dalla Banca Mondiale.
Da allora, il mercato è cresciuto rapidamente, stimolato da iniziative globali come l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Un momento chiave è arrivato nel 2021, quando l’Unione Europea ha emesso green bond per un valore record di 14 miliardi di dollari, segnalando l’impegno politico per una transizione ecologica.
Nonostante una partenza lenta, il mercato dei green bond è esploso negli ultimi anni. Secondo S&P Global, l’emissione globale di green bond ha raggiunto 575 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è stato trainato principalmente dall’Europa, che rimane un leader globale, mentre gli Stati Uniti hanno registrato un calo nelle emissioni.
Il settore dei green bond rappresenta ancora una nicchia nel mercato obbligazionario globale, ma il suo peso relativo cresce costantemente. Le previsioni indicano che il mercato delle obbligazioni sostenibili (GSSSB: green, social, sustainability, e sustainability-linked bonds) raggiungerà un’emissione annua di 1,05 trilioni di dollari nel 2024, con una quota pari al 14% del mercato globale.
Come funzionano i green bond?
L’emissione di green bond segue un processo strutturato. In primo luogo, gli emittenti devono identificare progetti idonei, come definiti dai Green Bond Principles (GBP), linee guida riconosciute a livello internazionale. Successivamente, viene creato un Green Bond Framework che descrive come i fondi saranno gestiti, allocati e riportati agli investitori. Spesso si ricorre a verifiche di terze parti per garantire la credibilità e prevenire il greenwashing.
Esistono diverse tipologie di green bond:
- Utilizzo dei proventi vincolanti: i fondi sono destinati a progetti verdi specifici ma garantiti dall’intero bilancio dell’emittente.
- Vincolo di progetto: legati a un progetto unico, con garanzia limitata alle attività del progetto stesso.
- Securitization bond: aggregano più progetti in un unico portafoglio di debito.
L’elemento comune è la trasparenza: gli investitori devono poter verificare che i fondi siano utilizzati per obiettivi sostenibili.
Vantaggi e rischi per emittenti e investitori
Per gli emittenti, i green bond offrono numerosi benefici. Innanzitutto, migliorano la reputazione, dimostrando un impegno verso la sostenibilità che può attrarre investitori orientati ai criteri ESG. Questo ampliamento della base di investitori può favorire condizioni di finanziamento più vantaggiose.
In alcuni paesi, i green bond beneficiano di incentivi fiscali, come esenzioni o crediti, aumentando ulteriormente il loro appeal. Dal punto di vista strategico, permettono di allineare le politiche aziendali o governative agli obiettivi climatici, consolidando la fiducia dei partner e dei cittadini. Per gli investitori, i green bond rappresentano un’opportunità per combinare rendimenti finanziari e impatti ambientali, rispondendo alla crescente domanda di prodotti di investimento responsabili.
Una delle maggiori preoccupazioni legate ai green bond è il greenwashing, ovvero l’uso improprio del marchio “verde” per attirare investitori senza un reale impegno ambientale. Questo fenomeno mina la credibilità del mercato e può scoraggiare gli investitori più attenti. Per combattere il problema, gli organismi di regolamentazione e le associazioni di settore stanno lavorando su standard più rigidi. L’Ue, ad esempio, ha introdotto il marchio “European Green Bond”, un’etichetta volontaria che garantisce trasparenza e permette agli investitori di confrontare facilmente i titoli.
Il mercato dei green bond sembra destinato a crescere. In un momento in cui il cambiamento climatico domina l’agenda politica globale, strumenti finanziari come i green bond offrono una soluzione concreta per finanziare la transizione ecologica. Nonostante la continua presenza di finanziamenti per i combustibili fossili, il 2021 ha segnato un punto di svolta: per la prima volta, gli investimenti verdi hanno superato quelli destinati alle energie inquinanti.