Mobilità, un approccio realmente sostenibile: quali strategie?

Il tavolo di confronto all’evento Adnkronos “Sostenibilità al bivio”
16 Ottobre 2025
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Il trasporto ferroviario, il trasporto marittimo e l’automotive: la sfida del rendere sostenibile il settore della mobilità riguarda tutti i comparti, sia per le persone sia per le merci. Dall’innovazione tecnologica ai nuovi mercati, dalle regole alle diverse opzioni di sviluppo: questi i temi del nuovo appuntamento Adnkronos Q&A, ‘Sostenibilità al bivio – Green Deal sotto attacco e strategie da ripensare’, oggi giovedì 16 ottobre, al Palazzo dell’Informazione, il quale ha dedicato un panel al tema specifico della mobilità green.

Si sono espressi in merito Caroline Chabrol, Direttrice Generale SNCF Voyages Italia, Francesco Calcara, President & Ceo Hyundai Italia, Diego Cattoni, Amministratore Delegato Autostrade del Brennero, Daniela Biscarini, CEO Ewiva.

Il trasporto ferroviario

Caroline Chabrol, direttrice generale Sncf Voyages Italia, azienda che cura servizi di alta velocità tra Francia e Italia dal 2011, ha sottolineato che il loro impegno coinvolge più di 7 milioni di persone trasportate, con una domanda dei treni e della scelta di muoversi attraverso di essi che è in crescendo: “I treni di lunga percorrenza Milano-Parigi o Parigi-Berlino (8 ore di viaggio, ndr) non fanno più paura – ha spiegato Chabrol -. Questo ci conforta nell’andare avanti e portare nel mercato delle offerte una mobilità più sostenibile. Abbiamo la fortuna di promuovere una mobilità più ecologica: il trasporto ferroviario elettrico lo è di natura. Ma non basta, bisogna investire”.

E per farlo, Sncf Voyages Italia ha puntato ai treni “double decker”, a due piani, che vedono un -37% di consumi rispetto ai treni normali con 40% in più di capacità di trasporto di persone: uno sforzo che si traduce con maggiori ricavi per l’ambiente e più efficienza per i cittadini. Un investimento che ha visto impiegare ben 800 milioni di euro”.

La visione dell’automotive

Ma non solo treni e alta velocità. Ad intervenire all’evento Adnkronos anche Francesco Calcara, President & Ceo Hyundai Italia, il quale ha chiarito che “da qui al 2030 avremo altri 21 modelli elettrici” e “siamo uno dei due produttori di vetture a idrogeno”, e ha sottolineato Calcara che “stiamo lavorando per avere, da qui al 2030, un aumento delle performance delle batterie del 20% con una diminuzione dei costi del 30%”. Avere un prezzo più accessibile – ha spiegato – è l’obiettivo “per non ricorrere alla droga degli incentivi“. “Hyundai – ha ricordato – è il terzo produttore automobilistico al mondo e secondo per profitti, e questo dimostra che con la sostenibilità si possono anche fare utili. Siamo nati dopo la guerra con lo scopo di far rinascere un paese e il nostro obiettivo è costruire un ecosistema di sviluppo sostenibile a beneficio dell’uomo”.

L’importanza del trasporto merci su strada

Ad una visione sostenibile, però, si accosta la necessità di crescere nel mercato internazionale. Lo ha spiegato Diego Cattoni, amministratore delegato di Autostrade del Brennero, secondo il qual “in Italia abbiamo circa 6mila km di autostrade, lo stesso numero di 50 anni fa pur con una quantità di merci e persone che si spostano in maniera esponenziale” con “gran parte dell’export che transita proprio su Auto Brennero”. “Abbiamo tre società di trasporto merci su rotaia – ha aggiunto -, questo rappresenta un piano di investimento importante, soprattutto sull’intermodalità: gomma-ferro-acqua-aria”.

Il futuro con le rinnovabili

Un impegno per migliorare la transizione all’elettrico e alle rinnovabili arriva da diversi stakeholder. Uno di questo è Ewiva, una joint venture tra Enel X e Volkswagen che sta realizzando la più grande rete di ricarica ultraveloce per veicoli elettrici in Italia. A raccontarla è Daniela Biscarini, Ceo di Ewiva, che spiega che “Ewiva si è data l’obiettivo di costruire una rete di ricarica ultraveloce diffusa sul territorio e alimentata al 100% da energie rinnovabili. Oggi abbiamo 1500 punti di ricarica su 400 siti diffusi su tutto il territorio. il 50% è al nord, il 27% al centro, il 23% al sud e isole. La collaborazione con i territori è fondamentale nella selezione dei siti dove costruire nuovi punti di ricarica. Infatti, i nostri partner sono sia privati sia le amministrazioni locali. Con loro selezioniamo e copriamo aree che prima non vedevano nessuna possibilità di ricaricare auto elettriche”.

“Il 70% dei nostri siti ha 4 punti di ricarica e l’obiettivo è essere presenti per tutti i guidatori elettrici, da quelli che fanno lunghe percorrenze a quelli occasionali. Per questo, nella scelta dei nostri siti selezioniamo aree commerciali, tratte di lunga percorrenza o snodi strategici”, conclude Biscarini. “In questo momento la mobilità sta vivendo una fase di grande trasformazione in Italia. I dati diffusi da Motus-E a giugno 2025 ci dicono che ci sono più di 67mila punti di ricarica diffusi su tutto il territorio italiano e solo nell’ultimo anno sono cresciuti di altri 10mila. Anche le autostrade stanno facendo la loro parte, nel 60% delle aree di servizio troviamo stazioni di ricarica con una potenza maggiore di 150kw, che vuol dire soste brevi e viaggi più agevoli. Quindi, l’infrastruttura cresce e cresce bene. Ma da sola, non basta”.

“Abbiamo bisogno di più veicoli elettrici e di una nuova cultura di mobilità elettrica – sottolinea Biscarini -. Gli operatori del settore privato, come Ewiva, stanno anticipando molti investimenti per far sì di accogliere una domanda, ma c’è bisogno di un supporto a questa domanda. Quello che auspichiamo è che il settore pubblico, quello privato e i cittadini abbiano un’unica regia per far fronte a questa grande trasformazione del mercato. Anche in altri Paesi europei, la chiave della trasformazione è stata un’incentivazione più stabile a sostegno della domanda che ha creato maggiore confidenza nell’approccio al veicolo elettrico. Quindi, serve una regia unica per sostenere questo grande cambiamento”.

“La mobilità elettrica non è solo una nuova cultura tecnologica ma è anche un cambio nella quotidianità di tutti. E per far sì che il cambiamento avvenga, bisogna lavorare tutti insieme per una maggiore informazione e sfatare i falsi miti sulla mobilità elettrica. È momento cruciale per questa trasformazione, o acceleriamo o rimaniamo indietro rispetto al resto del mondo”, conclude Biscarini.

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