L’Italia ha notificato alla Commissione la sua intenzione di introdurre un piano per sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e, ieri, è arrivato l’ok al cosiddetto Fer2. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha fornito però ulteriori dettagli sul finanziamento del piano di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea.
“Il via libera della Commissione – ha affermato il ministro Gilberto Pichetto – è un passo in avanti importante verso i nostri obiettivi energetici, che arriva dopo un lungo e costruttivo confronto con le istituzioni europee. Questo provvedimento, molto atteso, consentirà di abilitare nuove tecnologie fondamentali per la decarbonizzazione”.
Il testo sarà ora posto all’attenzione dei ministri concertanti per la firma, al fine di essere trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e la successiva pubblicazione. Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione saranno poi emanate le Regole Operative con decreto del ministero per rendere pienamente funzionante la misura. Vediamo di cosa si tratta.
Le spese stimate dal Mase
Il Mase ha precisato che i 35 miliardi di euro non sono già finanziati, ma rappresentano una stima dell’onere complessivo massimo della misura. Gli oneri netti della misura, ovvero la differenza tra quanto riconosciuto ai produttori e i prezzi di mercato spot, saranno coperti dalle tariffe dell’energia elettrica, in particolare dalla componente Asos (cioè la parte più pesante degli oneri di sistema pari a circa il 90% dell’intero ammontare di tutti gli oneri).
Il Ministero ha sottolineato che, considerando le tecnologie incentivatati e che prevedono tempi di costruzione degli impianti molto lunghi, l’impatto reale sulle tariffe per gli impianti oggetto del Fer2 non si avrà prima del 2029.
Inoltre, il costo della misura, cumulato sui 20/25 anni di incentivo, dipende dalle tecnologie oggetto del meccanismo. L’onerosità della misura, quindi, dipende prevalentemente dall’obiettivo di supportare fino a 3.8 Gigawatt di eolico off-shore, una tecnologia particolarmente costosa. La scelta di tale obiettivo è stata assunta prima dell’ottobre 2022.
I previsti prelievi in bolletta andranno a sommarsi agli oneri di sistema già in essere, dato che il valore complessivo degli oneri è variabile anche in ragione degli impianti che fuoriescono dai meccanismi di incentivazione in ragione della scadenza dei precedenti incentivi. Il Ministero ha tenuto a precisare che il valore citato nella Comunicazione della commissione rappresenta una stima dell’onere massimo complessivo della misura. L’onere effettivo dipenderà infatti da quanto effettivamente richiesto dai produttori nell’ambito delle procedure competitive e dai prezzi dell’energia elettrica sui mercati spot.
I previsti prelievi in bolletta, sottolinea il ministero, “andranno a sommarsi agli oneri di sistema già in essere, atteso che il valore complessivo degli oneri è comunque variabile anche in ragione degli impianti che fuoriescono dai meccanismi di incentivazione in ragione della scadenza dei precedenti incentivi. Va ad ogni modo tenuto in considerazione che il valore citato nella Comunicazione della commissione rappresenta una stima dell’onere massimo complessivo della misura. L’onere effettivo dipenderà infatti da quanto effettivamente richiesto dai produttori nell’ambito delle procedure competitive e dai prezzi dell’energia elettrica sui mercati spot (più alti i prezzi spot, minore sarà l’onere)”.