L’agricoltura biologica in Europa è attualmente in una fase di continua evoluzione, caratterizzata da sfide e opportunità che richiedono impegno, innovazione e un forte senso di comunità. In questo contesto si inserisce la Cooperativa Agricola Gino Girolomoni, recentemente premiata con il prestigioso EU Organic Award nella categoria Best Organic Food Processing SME. Questo riconoscimento, che celebra l’eccellenza nel settore biologico, mette in luce i protagonisti della catena del valore organico, premiando chi ha realizzato progetti innovativi, sostenibili e ispiratori, generando un reale valore aggiunto per la produzione e il consumo biologico.
A capo della Cooperativa Girolomoni troviamo Giovanni Battista Girolomoni, figlio del fondatore Gino, il cui impegno per l’agricoltura biologica ha aperto la strada a un modello sostenibile e rispettoso delle tradizioni contadine. La cooperativa, situata sulle colline marchigiane di Montebello (una frazione del municipio di Orciano di Pesaro), attivamente coinvolta nella produzione di pasta biologica, non solo promuove pratiche agricole innovative, ma incarna anche i valori di sostenibilità e comunità che sono stati al centro dell’iniziativa dei premi EU. Giovanni racconta all’Adnkronos come, in un mercato in continua crescita e dinamicità, la cooperativa sia riuscita a mantenere viva la missione originale, affrontando le sfide globali e locali del settore. Questo riconoscimento europeo non è solo un premio, ma un simbolo del potenziale dell’agricoltura biologica e dell’importanza di modelli imprenditoriali che generano valore per le comunità e l’ambiente.
La missione di Girolomoni
Giovanni Battista Girolomoni non ha dubbi: la missione della cooperativa è sempre stata quella di promuovere l’agricoltura biologica come pilastro centrale della propria attività. Questa scelta non è stata priva di difficoltà, poiché le sfide che la cooperativa ha affrontato nel corso degli anni sono cambiate e si sono evolute. “Quando mio padre e i soci fondatori hanno iniziato, non esistevano normative precise per il biologico. Abbiamo dovuto lottare per far riconoscere la dignità del lavoro agricolo che stavamo facendo”, afferma ricordando un’epoca in cui il biologico era spesso considerato una nicchia per pochi idealisti.
Negli anni ’70 e ’80, l’agricoltura biologica era vista con sospetto, al punto che la cooperativa subì sequestri di pasta poiché le etichette biologiche erano considerate ingannevoli per i consumatori. Questi momenti difficili hanno forgiato il carattere della cooperativa, rendendola resilienti e determinati a dimostrare la validità delle proprie pratiche. Oggi, grazie alle battaglie portate avanti dai pionieri del settore e all’impegno costante per la legalità e la trasparenza, esistono regolamentazioni europee che tutelano questo tipo di agricoltura, contribuendo a un ambiente normativo più favorevole e a una crescente fiducia da parte dei consumatori.
Tuttavia, Giovanni Battista avverte che la crescita della domanda di prodotti biologici non è più così rapida come in passato. “Ora dobbiamo concentrarci sull’aumento della consapevolezza dei consumatori riguardo ai valori del biologico”, continua Girolomoni, sottolineando l’importanza di educare il pubblico sui benefici dell’agroecologia. La sfida attuale non riguarda solo la produzione, ma anche l’educazione e la sensibilizzazione. La cooperativa ha avviato programmi di formazione e iniziative locali per far comprendere ai consumatori l’impatto positivo dell’agricoltura biologica, sia sulla salute individuale che sull’ambiente. Girolomoni riconosce che è essenziale instaurare un dialogo aperto con i consumatori, affinché possano comprendere le implicazioni dietro ogni prodotto biologico. Questo impegno per la trasparenza è fondamentale per contrastare il greenwashing e per garantire che i consumatori possano fare scelte informate. Inoltre, con l’emergere di nuove sfide, come il cambiamento climatico e le pressioni sul mercato, la cooperativa si sta adattando e innovando, sperimentando tecniche agricole sempre più sostenibili e resiliente.
Coniugare tradizione e innovazione
Un elemento chiave nella storia della Cooperativa Girolomoni è l’equilibrio tra tradizione e innovazione, un principio che permea ogni aspetto della loro attività. Giovanni Battista Girolomoni ricorda con affetto la sua infanzia, in cui un piatto semplice, la pasta in bianco con olio extravergine d’oliva, ha rappresentato un alimento fondamentale: “Sono cresciuto, fino praticamente ai 12 anni, solo con la pasta in bianco con olio e basta, senza neanche il parmigiano o il burro. Ancora oggi, quando sono da solo, ogni tanto la mangio e devo dire che mi piace molto, perché è importante: si sente il sapore della pasta”. Questo legame con la semplicità e l’autenticità dei sapori riflette i valori fondamentali della cooperativa, che mira a esaltare la genuinità degli ingredienti, rendendo ogni piatto non solo un momento di nutrimento, ma anche un’esperienza che celebra le tradizioni culinarie del territorio.
Con 80 ettari di terreni agricoli biologici e l’implementazione di impianti a energia rinnovabile, la cooperativa rappresenta un modello di sostenibilità a 360 gradi. Questa sintesi di antico e moderno è evidente non solo nelle pratiche agricole, ma anche nella gestione complessiva dell’azienda, che mira a creare un impatto positivo sia sul territorio che sulla comunità locale. Tuttavia, questo percorso non è stato privo di ostacoli. “Siamo partiti dal recupero dei valori della civiltà contadina, come la solidarietà e il rispetto per l’ambiente. Ma conciliare questi principi con le nuove tecnologie non è stato facile”, spiega Girolomoni, evidenziando le sfide affrontate lungo il cammino.
La cooperativa ha iniziato a sperimentare l’energia eolica fin dagli anni ’80, ma i risultati iniziali non furono promettenti: la prima pala eolica installata fu rimossa dopo pochi mesi. Nonostante questo iniziale intoppo, la cooperativa ha continuato a investire in fonti rinnovabili, dimostrando resilienza e determinazione. Oggi, infatti, utilizza energia verde per alimentare il proprio pastificio, assicurandosi che ogni fase del processo produttivo sia sostenibile e responsabile. Anche la scelta di confezionare i prodotti in imballaggi di carta, eliminando completamente la plastica, rappresenta un ulteriore passo verso un futuro più ecologico.
“Siamo consapevoli che la sostenibilità non è solo un vantaggio economico, ma un approccio contadino: facciamo un passo alla volta, cercando di essere coerenti con la nostra visione”, aggiunge Girolomoni. Questo approccio riflette una filosofia più ampia che considera il benessere del pianeta e della comunità al centro delle decisioni aziendali. L’integrazione di tecnologie moderne con pratiche agricole tradizionali consente alla cooperativa non solo di ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche di mantenere viva la tradizione agricola della zona, creando un legame profondo tra il passato e il futuro.
Inoltre, la Cooperativa Girolomoni ha avviato collaborazioni con istituti di ricerca e università per sperimentare nuove tecniche di coltivazione e lavorazione, dimostrando un impegno costante verso l’innovazione, in linea con la loro visione di un’agricoltura che rispetti le tradizioni e abbracci il progresso tecnologico.
Valori umani e comunitari al centro del progetto
Un altro pilastro del successo della Cooperativa Girolomoni è la rete di oltre 300 agricoltori locali che contribuiscono attivamente alla produzione. Questa collaborazione, sviluppata nel corso degli anni, non solo garantisce una filiera corta e sostenibile, ma migliora anche la qualità del prodotto finale. Giovanni Battista Girolomoni sottolinea che “la pasta nasce nei campi“, enfatizzando l’importanza di un dialogo continuo tra la cooperativa e gli agricoltori. Attraverso un rapporto diretto e costante, è possibile monitorare da vicino ogni fase della produzione. La cooperativa promuove la trasparenza e la tracciabilità, assicurando che i valori della sostenibilità e della qualità siano rispettati in ogni passaggio, dalla coltivazione del grano alla trasformazione della materia prima. Questa sinergia non solo migliora la qualità della pasta, ma contribuisce anche a rafforzare l’economia locale, permettendo agli agricoltori di ottenere un giusto compenso per il loro lavoro. Inoltre, Girolomoni afferma che “questo modello di collaborazione ci permette di affrontare le sfide del mercato insieme, creando un legame forte tra chi produce e chi consuma“.
Con una produzione annua di 9mila tonnellate di pasta, di cui il 70% destinato all’esportazione in oltre 30 paesi, la Cooperativa Girolomoni si trova a dover affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico e le oscillazioni del mercato internazionale degli alimenti biologici. Giovanni Battista Girolomoni sottolinea come il cambiamento climatico stia mettendo a dura prova l’agricoltura biologica. Tuttavia, la cooperativa ha dimostrato una maggiore resilienza rispetto ai modelli di agricoltura industriale. “Stiamo lavorando alla selezione di varietà di grano duro più resistenti alle variazioni climatiche e abbiamo anche introdotto polizze assicurative per proteggere gli agricoltori da perdite economiche catastrofiche”, spiega Girolomoni. Pianificare le semine e adottare soluzioni innovative sono solo alcune delle strategie che la cooperativa sta mettendo in atto per far fronte a queste sfide.
Il progetto della Cooperativa Girolomoni non è solo un’impresa economica, ma una vera e propria avventura umana, come sottolinea Giovanni Battista. “Siamo una cooperativa, non un’azienda familiare. In questo contesto, i capitali non contano, ma contano i talenti delle persone”, afferma. La cooperativa, nata dall’impegno della famiglia Girolomoni, continua a mantenere saldi i valori di solidarietà e comunità che erano cari a Gino Girolomoni. Ogni membro della cooperativa, dai soci fondatori agli agricoltori, contribuisce al successo del progetto, e questo senso di comunità è uno degli elementi distintivi della loro realtà.
Il riconoscimento europeo e i piani futuri
La vittoria del premio EU Organic Award rappresenta un momento di grande soddisfazione per la cooperativa. “È un riconoscimento che ci gratifica enormemente, non solo come impresa, ma anche a livello personale. Vedere come una collina abbandonata sia diventata un simbolo del biologico in Europa è la prova che un modo diverso di fare agricoltura è possibile”, dice Girolomoni. Guardando al futuro, la cooperativa ha già in programma importanti investimenti per raddoppiare la capacità produttiva del pastificio e continuare a migliorare la sostenibilità delle sue attività, anche con l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici.
Giovanni Battista Girolomoni ha idee chiare su cosa l’Unione Europea e gli Stati membri dovrebbero fare per promuovere ulteriormente l’agricoltura biologica. “Dobbiamo passare da una strategia che spinge alla produzione a una che faccia capire ai consumatori il valore del biologico”, afferma, sottolineando l’importanza di far diventare il biologico “socialmente desiderabile” su larga scala (citando Alexander Langer, giornalista italiano, ecologista, attivista e pacifista “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”). Solo in questo modo, secondo Girolomoni, sarà possibile raggiungere una vera e propria conversione ecologica dei sistemi alimentari.