Giornata Mondiale del Riciclo, gli italiani tra i più virtuosi d’Europa

Il 18 marzo è la Giornata Mondiale del Riciclo e il modello italiano fa scuola in Europa… un imballaggio alla volta
18 Marzo 2025
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Riciclo

Immaginate per un attimo una scatola di cartone. Sì, proprio quella in cui avete messo la pizza per portarvela a casa. Quella che, a meno che non sia completamente imbevuta di grasso o salsa, può essere tranquillamente riciclata e trasformata in un nuovo packaging, pronto a imballare un altro prodotto. Avete mai pensato a quante volte quel pezzo di cartone che avete gettato nel bidone della raccolta differenziata potrebbe tornare in vita? La Giornata Mondiale del Riciclo, che si celebra ogni anno il 18 marzo, non è solo un invito a riflettere su quanto sia importante il riciclo, ma un’occasione per rendersi conto di quanto il nostro piccolo gesto quotidiano faccia la differenza. E l’Italia, da questo punto di vista, ha dimostrato di saper fare la sua parte, diventando una delle protagoniste di un’Europa che sta cambiando pelle, abbracciando a pieni polmoni il modello dell’economia circolare.

Nel bel mezzo di una crisi ambientale globale, con l’Europa che lancia sfide e obiettivi di riciclo ambiziosi, l’Italia sta dando esempio di resilienza e determinazione. Non è solo una questione di numeri – che, naturalmente, sono fondamentali – ma di una consapevolezza che cresce tra i cittadini, tra le aziende e nei meandri della politica europea. Una consapevolezza che ci porta a chiederci: come possiamo fare di più? Cosa possiamo fare di diverso?

Riciclare non è solo una moda

Quando si parla di riciclo, l’Italia ha ormai superato la fase della curiosità per entrare in quella della consapevolezza. Non stiamo più parlando di pochi appassionati del “verde”, ma di una vera e propria rivoluzione quotidiana. Secondo l’Osservatorio annuale di Pro Carton, infatti, il 59% degli italiani ha dichiarato di riciclare più rispetto ai 12 mesi precedenti. E non è solo una questione di percentuali. Se prendiamo un momento per riflettere, questi numeri indicano un cambiamento sostanziale nel modo in cui viviamo, scegliamo e consumiamo. Non è solo una moda, è la risposta a un’urgenza che non possiamo più ignorare. E l’Italia si distingue per una sensibilità che va oltre il gesto meccanico: è il 71% degli italiani, infatti, a considerare il riciclo come l’azione più efficace per fermare il cambiamento climatico, più di piantare alberi o utilizzare materiali naturali rinnovabili.

La consapevolezza è il primo passo per il cambiamento. E, infatti, è proprio l’atteggiamento dei consumatori a fare la differenza. Il 65% degli italiani considera la riciclabilità del packaging come una delle caratteristiche essenziali al momento dell’acquisto. Un dato che non può passare inosservato, soprattutto se si pensa a quante volte abbiamo riempito il carrello della spesa senza soffermarci troppo su come i prodotti che compriamo vengono confezionati. Questo è il cuore dell’economia circolare: la domanda spinge le aziende a produrre imballaggi facilmente riciclabili, dando vita a una spirale virtuosa in cui ogni consumatore può essere parte del cambiamento.

Le statistiche parlano chiaro: il 93% degli italiani vuole istruzioni chiare su come smaltire correttamente il packaging. Questo significa che non è solo una questione di imballaggi che si possono riutilizzare, ma anche di educazione e informazione. Il consumatore non è più passivo, ma parte integrante di un processo che potrebbe cambiare le regole del gioco.

Un imballaggio che parla

Se gli italiani sono pronti a fare la loro parte, le aziende non possono rimanere indifferenti. L’imballaggio è ormai un terreno di confronto in cui non si gioca solo con la funzionalità del prodotto, ma anche con l’ambiente. E le aziende, soprattutto quelle del settore degli imballaggi, sono chiamate a rispondere a questa esigenza con soluzioni innovative e sostenibili.

Secondo l’indagine di Pro Carton, la fiducia dei consumatori nei confronti degli imballaggi in cartone è in continua crescita, con il 85% degli intervistati convinti che materiali come il cartone ondulato e la carta siano riciclabili e possano essere riutilizzati per creare nuovi imballaggi. Ma non si tratta solo di una questione di fiducia: è anche una questione di responsabilità. Il 55% degli italiani, infatti, preferisce acquistare prodotti con imballaggi che siano facilmente riciclabili, e ben il 41% degli intervistati chiede maggiore chiarezza nelle istruzioni di smaltimento.

Questo non è solo un segnale di sensibilità ecologica da parte del consumatore, ma una spinta vera e propria verso l’innovazione. Le aziende devono rispondere a questa domanda, non solo per un puro fine commerciale, ma perché è ormai chiaro che il futuro del mercato dipende da questa trasformazione. Ed è su questo che si gioca la partita: l’innovazione nel packaging è fondamentale per mantenere il passo con le richieste di un pubblico sempre più consapevole e attento all’ambiente.

L’Italia come punto di riferimento per l’Europa

L’Italia è un esempio di successo nell’ambito della gestione dei rifiuti e del riciclo, con tassi di riciclo che superano quelli di molti altri paesi europei. Il tasso di riciclo degli imballaggi di carta e cartone, infatti, ha raggiunto l’83,2% nel 2022, con previsioni che parlano di un ulteriore aumento nel prossimo futuro. In una Europa che sta cercando di fare i conti con le sfide ambientali globali, l’Italia si posiziona come uno dei leader in materia di riciclo e gestione sostenibile dei rifiuti.

Secondo Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, l’Italia dovrebbe raggiungere nel 2025 una percentuale di riciclo pari al 75,2%, con volumi di riciclo che continuano a crescere. E se è vero che le difficoltà economiche globali possono influire sul ritmo di crescita, è altrettanto vero che l’Italia sta dimostrando di poter affrontare queste sfide con una strategia chiara e con il supporto di tutte le sue filiere produttive.

Le aziende italiane stanno adottando soluzioni sempre più sostenibili, e i consumatori sono pronti ad accogliere queste novità, scegliendo prodotti più responsabili. Questo è il cuore pulsante di un’economia circolare che non è più una visione futuristica, ma una realtà presente e in costante evoluzione.

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