La Danimarca sta dando vita a una rivoluzione verde che sta catturando l’attenzione globale. Dopo mesi di intensi negoziati, il paese ha raggiunto un accordo storico sulla creazione della prima tassa mondiale sulle emissioni agricole, che includerà anche le flatulenze degli animali da allevamento. Questa misura fa parte di un ambizioso piano che mira a ridurre le emissioni di gas serra provenienti dal settore agricolo, da sempre uno dei principali responsabili del cambiamento climatico in Danimarca e nel mondo.
L’accordo, ribattezzato come Green Tripartite, è stato il risultato di mesi di negoziati tra il governo, le organizzazioni agricole, i gruppi ambientalisti e i sindacati. A partire dal 2030, gli agricoltori danesi dovranno pagare una tassa di 300 corone danesi (circa 40 euro) per ogni tonnellata di metano emessa dal bestiame, un gas a effetto serra particolarmente dannoso. L’imposta crescerà ulteriormente nel 2035, portando la tassa a 750 corone (100 euro) per tonnellata. Un passo decisivo per ridurre l’impronta di carbonio della nazione e per rientrare negli impegni presi per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.
Accordo ‘Green Tripartite’
Questa tassa è solo una parte di un piano ambizioso per ridurre le emissioni di CO2 del paese, che mira a tagliare fino a 2,35 milioni di tonnellate di gas serra entro il 2032. Il piano prevede anche il rimboschimento di 250mila ettari di terreno agricolo, il recupero di 140mila ettari di terre umide e l’introduzione di nuove politiche per il trattamento dei fertilizzanti. Una delle sfide principali sarà la gestione dei terreni agricoli a bassa quota, come torbiere e paludi, che sono tra i principali responsabili delle emissioni di carbonio in Danimarca. L’area agricola non solo verrà parzialmente sostituita da nuove foreste, ma anche le terre più umide e a rischio di erosione verranno “reintegrare” come habitat naturali. La gestione delle risorse idriche è una delle priorità di questo accordo, poiché si prevede che la rinaturalizzazione di queste terre migliori le acque sotterranee e la qualità dell’acqua potabile in Danimarca.
L’approvazione dell’accordo rappresenta un passo significativo per il paese, che è stato recentemente riconosciuto per i suoi sforzi nel contrastare il cambiamento climatico, posizionandosi ai vertici della classifica mondiale del Climate Change Performance Index (ndr. l’Italia è 43esima). Nonostante le difficoltà nel raggiungere un consenso tra le diverse parti coinvolte, la Danimarca ha dimostrato una capacità unica di integrare le esigenze economiche con quelle ambientali, un esempio che, secondo molti esperti, potrebbe essere replicato a livello globale.
Una sfida per gli agricoltori danesi
Gli agricoltori danesi, che rappresentano una fetta significativa dell’economia agricola del paese, sono stati tra i più coinvolti nel processo negoziale. La tassa sulle emissioni di metano potrebbe sembrare una sfida ardua, ma per molti di loro è una questione di sopravvivenza in un mondo che sta cambiando rapidamente. La Danimarca è uno dei paesi con la maggiore percentuale di territorio coltivato, circa il 60%, e il settore agricolo è responsabile di una parte consistente delle emissioni di gas serra del paese. Inoltre, il paese sta affrontando un problema legato alla scarsa riduzione delle emissioni di gas serra nel settore agricolo negli ultimi dieci anni. Nonostante le preoccupazioni iniziali, l’associazione degli agricoltori “Agriculture and Food” ha accolto l’accordo con favore, sottolineando che la collaborazione tra le diverse parti ha permesso di raggiungere una soluzione equilibrata.
L’introduzione della tassa sul metano sarà accompagnata da un periodo di transizione di cinque anni, con una tassa iniziale più bassa che aumenterà gradualmente fino al livello definitivo nel 2035. Questo approccio graduale è stato pensato per dare agli agricoltori il tempo necessario per adattarsi, implementando tecnologie più efficienti e sostenibili per ridurre le emissioni. Ma la vera sfida non sarà solo economica, ma anche culturale. Gli agricoltori danesi dovranno ripensare completamente le loro pratiche agricole, abbracciando soluzioni innovative come l’agricoltura rigenerativa e l’uso di sistemi agroecologici che possano ridurre le emissioni di metano.
Nel complesso, la Danimarca si presenta come il laboratorio mondiale per testare un nuovo modello di agricoltura sostenibile. La sfida non è solo ridurre le emissioni, ma anche tutelare l’ambiente, migliorare la biodiversità e garantire che l’agricoltura continui a essere una fonte di cibo sana e accessibile per la popolazione. Se il piano avrà successo, potrebbe diventare un esempio da seguire per altri paesi che devono affrontare le stesse problematiche legate all’inquinamento agricolo e ai cambiamenti climatici.