Coccinelle, celebre per le sue borse e accessori di lusso, ha fatto un passo avanti verso la sostenibilità collaborando con ACBC, azienda italiana certificata BCorp, specializzata in calzature eco-friendly. Insieme, hanno lanciato una collezione di sneakers sostenibili. Una svolta nel panorama della moda responsabile che unisce innovazione, design e sostenibilità ambientale.
I tre modelli di sneakers sostenibili
Grazie all’expertise di ACBC, nota per la consulenza green B2B e la produzione di calzature responsabili, Coccinelle ha adottato materiali di ultima generazione come il FreeBio rPU, una pelle vegana ottenuta da fibre di poliestere riciclato, e il Rice Husk, derivato dalla lolla di riso.
La collezione, composta da tre modelli di sneakers, riflette la crescente attenzione del marchio verso pratiche più sostenibili. La C-City 365, disponibile con o senza eco-for, per tutte le stagioni; la C-Style 70 richiama il design retrò degli anni ‘70; mentre la C-Run 01 combina estetica e funzionalità, reinterpretando la classica scarpa da running.
Il lancio globale del progetto “Coccinelle Roundabout & ACBC” è avvenuto il 26 agosto 2024, durante uno shooting nelle strade di Milano, la città della moda. Questo progetto non è solo un’innovazione stilistica, ma rappresenta una chiara dichiarazione d’intenti per il brand italiano, che si sta impegnando in un percorso di evoluzione sostenibile a lungo termine. La collezione, inoltre, riflette un trend del settore: sono le aziende della “moda di lusso” a fare da apripista in materia di sostenibilità.
Un esempio è l’adozione del Digital Product Passport (Dpp), che è obbligatorio del 2026 ma viene già adottato da alcuni brand di alta gamma. Il Dpp è un codice digitale apposto sul capo che, una volta scansionato, dà accesso a una quantità di informazioni molto dettagliate quali la composizione dei materiali; il Paese di origine delle fibre; le modalità di produzione e le istruzioni per il trattamento del capo. (Se vuoi approfondire: Il Digital Product Passport sarà la fine del fast fashion?)
L’iniziativa di Stella McCarney simili nel mondo della moda
Coccinelle, dunque, non è sola nel suo impegno verso una moda più sostenibile.
Un esempio recente viene dal brand di lusso Stella McCartney, pioniere nell’adozione di materiali ecologici e cruelty-free. Nel 2022, McCartney ha lanciato la collezione Future of Fashion, in collaborazione con l’azienda Mylo, che ha prodotto il primo tessuto a base di micelio, un materiale biodegradabile derivato dai funghi, utilizzato in accessori e capi d’abbigliamento.
Similmente alla collaborazione tra Coccinelle e ACBC, anche questo progetto si basa sull’utilizzo di risorse rinnovabili e sul rispetto dell’ambiente, dimostrando che innovazione e sostenibilità possono coesistere nella moda di alta gamma.
Questa propensione avanguardistica e green dei brand di lusso unita alle sempre più frequenti scoperte sulla tossicità dei capi fast fashion sta già incidendo sulle scelte di acquisto dei consumatori. Si stima che l’85% dei capi acquistati finisca in discarica entro un anno, contribuendo all’accumulo di rifiuti tessili e alle emissioni di metano durante la decomposizione.
Come confermato da ultimo dalla indagine di Oko-Test sui capi Shein, i capi di fast fashion hanno una durata estremamente limitata dando solo l’illusione di spendere meno. Basti pensare che un paio di pantofole da donna si è rotto dopo appena 14mila passi, poco più di 10 chilometri di utilizzo. “These boots are made for walking”, cantava Nancy Sinatra nel 1965. Ma all’epoca tutto era meno fast, fashion incluso.