Il futuro della mobilità passa dai biocarburanti: il Saf è il più promettente 

Entro il 2050, le energie rinnovabili potrebbero rappresentare il 10-15% dei carburanti per i trasporti
13 Marzo 2025
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Aereo in volo

Se qualcuno avesse detto, anche solo un decennio fa, che i carburanti rinnovabili sarebbero arrivati a coprire il 10-15% del fabbisogno globale dei trasporti entro il 2050, in molti avrebbero alzato un sopracciglio con scetticismo. Eppure, oggi questa prospettiva è più concreta che mai. Il settore sta conoscendo una crescita senza precedenti, spinto da investimenti colossali, innovazioni tecnologiche e una pressione normativa sempre più stringente.

Il cammino non è privo di ostacoli: il mercato oscilla tra squilibri di domanda e offerta, incertezze politiche e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Tuttavia, la direzione sembra tracciata: i carburanti rinnovabili potrebbero generare un bacino di profitto stimato tra i 100 e i 150 miliardi di dollari nei prossimi decenni. Il mondo dell’energia si trova a un bivio cruciale: chi saprà giocare bene le sue carte avrà accesso a un’opportunità senza precedenti.

Le cinque leve del successo

Non basta la buona volontà per far decollare un settore complesso come quello dei carburanti rinnovabili. Secondo l’analisi di Bain & Company la chiave del successo risiede nella padronanza di cinque fattori determinanti.

  1. Il primo è l’adattamento alle politiche e agli incentivi governativi, che stanno plasmando il mercato in modi sempre più vincolanti. Basti pensare all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti e alla revisione della direttiva europea sulle energie rinnovabili: normative che hanno accelerato la transizione, incentivando la produzione e l’adozione di carburanti sostenibili.
  2. Il secondo aspetto è l’innovazione tecnologica, con l’espansione delle capacità produttive globali, che tra il 2021 e il 2024 sono più che raddoppiate e potrebbero triplicare entro il 2028.
  3. Terzo punto cruciale: la gestione delle materie prime. Le fonti tradizionali, come i biocarburanti di prima generazione, stanno cedendo il passo a soluzioni più avanzate, come l’uso di oli di scarto e colture oleaginose innovative.
  4. Il quarto pilastro è rappresentato dagli investimenti strategici, che devono essere pianificati con una visione a lungo termine, bilanciando rischio e rendimento.
  5. Infine, la quinta leva riguarda la scalabilità e la diversificazione: chi saprà adattarsi meglio ai diversi contesti regionali e alle esigenze di specifici settori industriali avrà un vantaggio competitivo decisivo.

Un mercato in fermento

Se la crescita del settore sarà costante, entro il 2050 la domanda di carburante per l’aviazione sostenibile (SAF) e diesel rinnovabile potrebbe raggiungere livelli doppi rispetto agli attuali mercati globali di etanolo e biodiesel. Non è un caso che i primi mandati di utilizzo di carburanti rinnovabili nel settore aereo e marittimo siano entrati in vigore già nel 2024 nell’Unione Europea, mentre il 2030 segnerà un altro punto di svolta con l’introduzione di obblighi più stringenti per la decarbonizzazione. Anche la distribuzione geografica delle tecnologie giocherà un ruolo fondamentale: negli Stati Uniti, ad esempio, l’abbondanza di etanolo potrebbe incentivare la crescita del processo alcol-to-jet (ATJ), mentre in Europa si sta puntando su materie prime avanzate per favorire la produzione su larga scala. Le aziende petrolifere e del gas stanno valutando attentamente le mosse da compiere, tra chi decide di rallentare gli investimenti per le incertezze di mercato e chi, al contrario, punta con decisione sulla transizione energetica.

Il ruolo del private equity è sempre più rilevante: investitori di peso hanno già stanziato miliardi di dollari per posizionarsi in prima linea nella rivoluzione dei carburanti rinnovabili. Tuttavia, la volatilità del settore resta un elemento di rischio: il 2024 ha visto alcuni colossi ridurre gli investimenti o addirittura abbandonare progetti in corso, mentre altre compagnie hanno continuato a sviluppare nuove tecnologie con un approccio di risk management orientato alla crescita sostenibile.

Le sfide per un’adozione su larga scala

La domanda crescente di carburanti rinnovabili si scontra con una realtà complessa: l’attuale infrastruttura di produzione e distribuzione è ancora inadatta a soddisfare le esigenze future. Sebbene oggi l’offerta sembri sufficiente a coprire gli obblighi normativi, nel lungo periodo sarà necessario un salto tecnologico. Il biocarburante più promettente per la crescita rimane il SAF, essenziale per la decarbonizzazione del settore aereo. Parallelamente, i carburanti rinnovabili ottenuti da rifiuti stanno emergendo come soluzioni strategiche per il trasporto pesante su lunga distanza, grazie alla loro compatibilità con le infrastrutture diesel esistenti.

Tuttavia, una limitata disponibilità di materie prime rischia di diventare un collo di bottiglia. Per superare questo problema, le aziende stanno esplorando nuove filiere di approvvigionamento, puntando su materie prime agricole emergenti e soluzioni alternative come gli e-carburanti. La chiave sarà la capacità di costruire ecosistemi produttivi resilienti e interconnessi, in grado di integrare attori diversi lungo tutta la catena del valore.

Chi immagina la transizione verso i carburanti rinnovabili come un percorso lineare rischia di rimanere deluso. Il mercato subirà oscillazioni, tra picchi di entusiasmo e momenti di rallentamento. Eppure, il segnale di fondo rimane chiaro: il mondo si sta muovendo verso una mobilità sempre più decarbonizzata. Le aziende che sapranno bilanciare gli investimenti tra fonti energetiche tradizionali e rinnovabili avranno maggiori possibilità di successo.

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