Benefit aziendali, dal pisolino giapponese ai congedi romantici: le scelte più insolite nel mondo

Come le aziende stanno riscrivendo il welfare
1 Settembre 2025
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Dormire Ufficio

Settembre non porta solo agende piene e inbox traboccanti. In molte aziende del mondo porta saune, congedi romantici e persino pisolini alla scrivania. Non si tratta di vezzi, ma di strumenti veri e propri per trattenere talenti, ridurre lo stress e alzare l’asticella della produttività. Coverflex, piattaforma dedicata alla gestione della retribuzione, ha setacciato i benefit più insoliti e innovativi adottati dalle imprese globali. Il risultato è una mappa che racconta un mondo del lavoro sempre più ibrido, dove la linea tra vita privata e ufficio si assottiglia e dove il welfare aziendale non è più accessorio ma leva strategica.

I 10 benefit più curiosi

Quando il tempo libero diventa produttività

  • In Giappone, dove la cultura del lavoro sfiora l’ossessione e il termine “karoshi” (morte per troppo lavoro) non è una metafora, sorprende vedere legittimato l’Inemuri: il pisolino in ufficio. In molte aziende addormentarsi qualche minuto alla scrivania non è più un segnale di scarso impegno ma il contrario: testimonia dedizione e capacità di ascoltare i propri limiti fisiologici. Alcune società hanno investito in spazi appositi con sedute ergonomiche o capsule per il riposo. Una scelta che abbatte lo stigma del “dormire in servizio” e normalizza la necessità di ricaricare le energie.

  • L’Italia, invece, mette sul piatto un benefit di natura opposta ma con lo stesso obiettivo: liberare tempo e ridurre stress. È il caso del maggiordomo aziendale, un servizio che si occupa di incombenze personali dei dipendenti: ritiro pacchi, prenotazioni, commissioni varie. Non è solo un gesto di attenzione, ma un investimento su ore di lavoro più serene. In un Paese dove la conciliazione vita-lavoro resta un tasto dolente, l’idea di uscire dall’ufficio senza la lista di commissioni da evadere ridisegna la giornata. Chi usufruisce del maggiordomo aziendale non guadagna solo minuti, ma una riduzione tangibile dello stress.

Chi spegne lo smartphone e chi concede giorni per l’amore

  • In Francia non rispondere a email o telefonate fuori orario non è maleducazione, è un diritto. Dal “droit à la déconnexion” del 2017, molte aziende hanno scelto di spingersi oltre con programmi di “digital detox” finanziati: weekend in località senza copertura internet, workshop per ridurre la dipendenza tecnologica, vere e proprie policy che vietano l’invio di comunicazioni aziendali dopo le 18. La logica è proteggere i confini tra vita personale e professionale riduce i rischi di burnout e aumenta l’engagement.

  • La Thailandia, invece, sorprende con il congedo per appuntamenti romantici. Alcune aziende concedono giorni liberi extra ai dipendenti single per favorire la costruzione di nuove relazioni. È un benefit che a prima vista può sembrare folkloristico, ma dietro c’è una lettura pragmatica: dipendenti più soddisfatti nella sfera privata mostrano maggiore stabilità e motivazione in ufficio. In un contesto sociale in cui il benessere individuale è strettamente intrecciato con i legami comunitari, l’azienda che sostiene anche la vita affettiva manda un messaggio forte: qui non contano solo le performance, conta la persona intera.

Tra biciclette, animali domestici e postazioni ergonomiche 

  • La Germania rafforza la propria vocazione green con incentivi mirati per chi va al lavoro in bicicletta. Bonus economici, rimborsi chilometrici e contributi per l’acquisto di mezzi elettrici sono sempre più diffusi. Una misura che incrocia sostenibilità ambientale e salute pubblica: meno traffico, meno inquinamento, meno malattie legate alla sedentarietà. Non è solo un premio simbolico, ma una politica concreta che allinea il welfare aziendale con gli obiettivi climatici.

  • Negli Stati Uniti, patria del workaholism e delle settimane lavorative infinite, spicca la Pawternity Leave: permessi retribuiti per l’adozione di un animale domestico. Non si tratta di un giorno simbolico: alcune aziende offrono copertura assicurativa veterinaria e flessibilità oraria nelle prime settimane. È il riconoscimento formale del ruolo degli animali nella vita di milioni di lavoratori: per alcune aziende, la cuccia vale quanto la culla.

  • Nei Paesi Bassi, infine, la priorità è il lavoro da remoto. Qui i datori di lavoro rimborsano centinaia di euro per arredare ergonomicamente la postazione casalinga: scrivanie regolabili, sedie certificate, monitor aggiuntivi. Un investimento che va oltre il comfort: riduce infortuni muscolo-scheletrici e aumenta la produttività a distanza. È un segnale forte della normalizzazione dell’hybrid working: non più eccezione, ma nuova regola.

Welfare e tradizioni culturali come leve di retention 

  • Il Belgio resta fedele a un classico: l’auto aziendale, completa di carburante e spese di manutenzione. Nonostante le critiche legate alla sostenibilità ambientale, resta uno dei benefit più desiderati, soprattutto in un Paese con un sistema di trasporti non sempre efficiente.

  • La Finlandia porta in ufficio una delle sue tradizioni più radicate: la sauna. Non come optional, ma come parte integrante dell’ambiente di lavoro. Alcune aziende l’hanno resa accessibile quotidianamente ai dipendenti, trasformandola in luogo di socializzazione e, a volte, di brainstorming informale. È una misura che riflette perfettamente la cultura locale, in cui relax e benessere collettivo sono considerati parte della produttività

  • La Danimarca, invece, si distingue per il sostegno alla famiglia. Congedi parentali bilanciati e realmente utilizzati da entrambi i genitori, aiuti economici per la cura dei figli, politiche di flessibilità oraria strutturate. Qui la work-life balance non è uno slogan ma un modello funzionante. I dati mostrano un utilizzo diffuso del congedo anche tra i padri, segno che il benefit non è solo formalmente previsto ma culturalmente accettato. Il risultato è un ambiente lavorativo più equo e una maggiore fidelizzazione dei dipendenti.

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