“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, lo sanno bene i cittadini di Agrigento che si sono ritrovati con i tombini asfaltati per dei lavori stradali gestiti male.
Sabato 18 gennaio la città siciliana ha ricevuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma non era del tutto pronta all’evento. Il capo di Stato ha raggiunto il teatro Pirandello per partecipare alla presentazione degli eventi del 2025, anno in cui Agrigento è capitale italiana della cultura.
Le strade avevano tante buche, condizione per nulla insolita al Sud Italia, e le autorità locali hanno provveduto a ripararle prima dell’arrivo del presidente. Il tempo a disposizione, però, era poco e i lavori sono terminati la sera prima che Sergio Mattarella arrivasse in città. Risultato? Insieme alle buche sono stati asfaltati anche i tombini e ora alcuni operai li hanno cercati con i metal detector.
Sotto il manto di bitume sono stati asfaltati anche i chiusini ovvero i punti della rete idrica utilizzati per aprire manualmente gli impianti e consentire il passaggio dell’acqua, già oggetto di forti tensioni in Sicilia.
Come hanno spiegato alcuni addetti ad Agrigento Notizie, sarebbe bastato segnalare con della vernice i luoghi dove c’erano i tombini, ma così non è stato.
Cosa è successo ad Agrigento?
Il comune di Agrigento ha ricevuto i fondi regionali (510 mila euro) per le riparazioni delle strade urbane solo il 15 gennaio, appena tre giorni prima che arrivasse il presidente Sergio Mattarella. I lavori richiedevano tre settimane di tempo. A rendere più difficile la situazione è stata la pioggia, caduta copiosa nella regione dopo mesi di gravissima siccità. In ogni caso, che ci sarebbe stata la visita del capo di Stato era un fatto noto da tempo.
Il Comune sostiene di non avere responsabilità su quanto accaduto, ma di aver solamente richiesto finanziamenti alla regione per migliorare le condizioni delle strade. Per il resto, il municipio non conoscerebbe né l’impresa che ha fatto i lavori, né il direttore responsabile, “Quindi non abbiamo in nessun modo seguito i lavori se non dal punto di vista della smobilitazione del traffico per consentire le attività da svolgere”, ha dichiarato l’assessore comunale ai Lavori pubblici Gerlando Principato. Secondo Principato la corretta esecuzione dei lavori era a carico degli uffici del Genio civile di Agrigento, e quindi della regione. Per rafforzare questa tesi, l’assessore sottolinea che la squadra intervenuta fa parte di un’impresa che aveva già un contratto con la regione per eseguire lavori di manutenzione straordinaria.
Dal canto suo la Regione ha replicato che la richiesta di finanziamento sarebbe arrivata solo il 14 gennaio, appena cinque giorni prima dell’evento al teatro Pirandello. In tal caso, il fatto che i fondi siano arrivati il 15 gennaio sarebbe encomiabile. Intanto, si fa strada l’ipotesi di un danno erariale.
Il Codacons presenta un esposto alla Corte dei Conti
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente regionale del Codacons, l’avvocato Giovanni Petrone, che ha chiesto al collega e vicepresidente regionale dell’associazione, Bruno Messina, di presentare un esposto alla Corte dei Conti. L’associazione dei consumatori vuole accertare l’esistenza di eventuali danni erariali. “Ci troviamo di fronte a episodi che evidenziano parecchie criticità nella realizzazione dei lavori pubblici, e che rischiano di configurarsi come uno spreco di risorse pubbliche e una violazione delle norme sulla sicurezza”, scrive l’avvocato Messina, che aggiunge: “Dalle segnalazioni ricevute, sembrerebbe che con l’asfalto siano stati coperti tombini e parzialmente anche griglie di scolo, che andranno ripristinate per evitare problemi durante le prossime piogge. Con questo esposto, quindi, vogliamo fare chiarezza e garantire che i cittadini abbiano risposte certe e rapide”.
Nelle prossime settimane il Segretario Nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, sarà ad Agrigento per una riunione con i vertici regionali e provinciali dell’associazione e per fare il punto su quanto accaduto prima dell’arrivo del presidente Mattarella.
Tombini chiusi ad Agrigento e gli scavi pericolosi
La stampa locale ha scelto l’arma della risata amara: “Mezzo milione (di euro, ndr.) asfaltato in due giorni”, si legge su alcuni giornali. La vicenda solleva problemi di sostenibilità ambientale, erariale e anche di sicurezza pubblica.
Report Sicilia denuncia che, quando vengono ritrovati i tombini, si procede a scavare attorno ad essi, ma spesso il lavoro viene lasciato a metà. Questo significa scavi aperti senza alcuna segnalazione, con tombini che si trovano fino a 15 centimetri sotto il livello del nuovo manto di bitume. Il rischio per pedoni, automobilisti e soprattutto per percorre le strade di Agrigento sulle due ruote è concreto.
L’inadeguata segnaletica, aggiunge la testata locale, è anche una violazione del Codice della Strada.
Come se non bastasse, alcuni cittadini hanno segnalato gravi carenze idriche in seguito alla copertura dei tombini e delle saracinesche che regolano il flusso dell’acqua. Questa volta, però, la siccità non c’entra.