Le luci natalizie costano… più di quanto si immagini. La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha stimato che, tra l’8 dicembre e l’Epifania, i consumi domestici aumentino in media del 30%, con un surplus di circa 1.600 MWh al giorno destinato agli addobbi. Una quantità che, applicando le tariffe dell’Autorità per il 2024-2025 — tra 0,20 e 0,29 euro/kWh — porta a una stima compresa tra 10 e 14 milioni di euro nel periodo festivo. Non è un dato ufficiale sul costo nazionale, ma un ordine di grandezza che mostra quanto l’illuminazione del Natale sia ormai una presenza strutturale nel profilo energetico del Paese.
La crescita della domanda avviene nelle settimane più delicate per la rete: riscaldamento elettrico, cucina serale e illuminazione ordinaria saturano già le fasce maggiormente esposte della giornata. In questo contesto, la simultaneità dell’accensione di milioni di decorazioni genera un contributo aggiuntivo che incide sul profilo complessivo del sistema. L’effetto non è spettacolare come le luminarie che animano i centri urbani, ma è registrato dai gestori come una costante stagionale.
I costi delle luminarie: quanto spendono famiglie e Comuni
I Comuni dedicano ogni anno capitoli di spesa consistenti alle installazioni luminose. Allestimento, alimentazione e manutenzione costituiscono un insieme di costi che varia in base alle scelte estetiche e alle necessità commerciali. Non esiste una statistica nazionale che quantifichi i consumi totali delle luminarie pubbliche, ma la voce è stabilmente presente nei bilanci degli enti locali e segue dinamiche legate alla promozione territoriale.
Nelle abitazioni, invece, l’impatto è meno visibile ma più diffuso. Una catena Led standard consuma poco più di 1 kWh in un mese di utilizzo serale. L’effetto sulla bolletta, preso singolarmente, è modesto, ma la configurazione di molte abitazioni non si limita alla singola catena. Alberi multipli, balconi illuminati, figure decorative e proiettori fanno crescere la potenza attiva complessiva. La somma di queste scelte, distribuite su milioni di famiglie, rappresenta una quota sostanziale del surplus di domanda rilevato da Sima.
Il punto critico non è tanto la tecnologia, ormai relativamente efficiente, quanto l’estensione degli allestimenti e la loro durata. Le decorazioni vengono attivate nelle stesse ore in cui la rete affronta i carichi più elevati. Di conseguenza, anche incrementi di potenza minimi, se riprodotti su vasta scala, richiedono agli operatori un adeguamento continuo della produzione. È un fenomeno che si somma al resto delle dinamiche invernali e che concorre a definire l’andamento dei consumi di dicembre.
La pressione delle case sulla rete elettrica
L’impatto energetico delle festività si manifesta soprattutto nella sfera domestica. Le tecnologie Led hanno abbattuto i consumi unitari, ma hanno anche incentivato un ampliamento della gamma decorativa: tende luminose, micro-LED ad alta densità, motivi tridimensionali, proiettori dinamici. Elementi che trasformano balconi e facciate in punti luminosi estesi, senza una reale consapevolezza del carico complessivo generato.
La rete deve confrontarsi con questa nuova dimensione della domanda. Gli allestimenti domestici si accendono nelle ore serali, quando si concentrano anche il riscaldamento e l’uso degli elettrodomestici. La simultaneità produce un aumento continuo del carico, più complesso da gestire rispetto agli allestimenti pubblici, che seguono regole e orari stabiliti.
Sima, nel monitoraggio del periodo natalizio, ha evidenziato anche il contributo delle emissioni: tra 18 e 20 mila tonnellate aggiuntive di CO₂ prodotte dalle attività festive. A questo si affiancano oltre 80 mila tonnellate di carta e cartone provenienti dagli imballaggi e quasi mezzo milione di tonnellate di cibo sprecato. La dimensione energetica delle luci si inserisce quindi in un insieme più ampio di impatti ambientali che caratterizzano il mese di dicembre. L’effetto combinato di consumi elettrici, materiali di scarto e sprechi alimentari rende evidente come la tradizione festiva accentui dinamiche già critiche per la gestione delle risorse.
Come ridurre consumi e costi senza rinunciare all’atmosfera
Il passaggio verso decorazioni più efficienti non comporta rinunce. Le luci Led, ormai prevalenti sul mercato, permettono di ottenere effetti visivi complessi con un assorbimento minimo e una durata molto superiore rispetto alle vecchie lampadine a incandescenza. La sostituzione degli impianti obsoleti rappresenta già un primo intervento strutturale, capace di ridurre consumi e frequenza di smaltimento.
I timer costituiscono un altro strumento essenziale. L’accensione programmata consente di evitare sprechi nelle ore notturne, quando le decorazioni restano attive senza essere realmente fruite. Stabilire un intervallo fisso — dal tramonto alla mezzanotte — riduce la potenza assorbita e limita la pressione sulla rete nelle fasce più delicate.
Per gli esterni si stanno affermando le decorazioni a ricarica solare, dotate di moduli fotovoltaici compatti. Non gravano sul sistema elettrico e offrono comunque un effetto luminoso continuo nelle ore serali. Sono soluzioni economiche, facili da installare e adatte agli spazi esposti.
La riduzione dei consumi può anche passare attraverso accorgimenti non energetici: materiali riflettenti, posizionamenti strategici, uso di elementi decorativi che amplificano la luce esistente. Anche candele a batteria ricaricabile o dispositivi simili permettono di creare atmosfera con un impatto minimo.
La ricerca di equilibrio tra estetica e costi è ormai parte integrante della gestione delle festività. Le soluzioni disponibili consentono di mantenere intatto il carattere celebrativo senza aggravare una curva dei consumi già intensa.