Peste suina, la Spagna schiera l’esercito a Barcellona

Il Paese è attualmente il maggiore produttore di carne suina dell'Unione europea
2 Dicembre 2025
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Cinghiale canva

La Spagna schiera l’esercito per debellare la peste suina africana. Soprannominata dai veterinari “Pepa”, la peste suina è ritornata in Spagna dopo trent’anni di assenza, scatenando una crisi nel settore delle esportazioni di carne suina del Paese.

La malattia, che non è pericolosa per l’uomo ma è letale per maiali e cinghiali, è stata rilevata il 26 novembre in due cinghiali selvatici trovati morti nelle vicinanze del campus dell’Università Autonoma di Barcellona, a Bellaterra. Questi risultati positivi, confermati dal Laboratorio Centrale di Veterinaria di Algete (Madrid), segnano la prima individuazione della malattia in Spagna dal novembre 1994. Quali le conseguenze?

Cos’è la Psa e che impatto ha sulla salute

La peste suina africana (Psa) è una malattia di “categoria A” per la quale gli Stati membri dell’Unione europea devono adottare misure precise per garantirne il controllo e la rapida eradicazione. Può uccidere tutti i suini di un allevamento nel giro di pochi giorni. I sintomi più comuni sono febbre, tosse ed emorragie.

La malattia rappresenta un rischio economico significativo per la Spagna. Il Paese è attualmente il maggiore produttore di carne suina dell’Unione europea, contribuendo al 24% della produzione totale dell’Ue e collocandosi come terzo produttore mondiale, dopo Cina e Stati Uniti, con 54 milioni di suini macellati nel 2024.

Peste suina e allarme commercio

La comparsa di un solo caso di peste in un Paese ne comporta l’inserimento in una lista nera internazionale, impedendo l’esportazione di carne suina. La reazione del mercato è stata immediata: il direttore generale della Produzione agroalimentare del Ministero, Emilio García Muro, ha definito la notizia come “pessima “.

Inizialmente, alcuni Paesi come il Giappone e il Messico hanno annunciato il blocco completo delle importazioni di carne spagnola. Il Regno Unito ha confermato una pausa “temporanea” totale delle importazioni di carne suina e prodotti affini provenienti da tutta la Spagna, sebbene Stati Uniti e Corea del Sud abbiano accettato di limitare il veto solo alla regione colpita.

La Cina, principale destinatario delle esportazioni spagnole fuori dall’Ue (42% delle esportazioni extra-Ue e 19% del totale in valore nel 2024, pari a quasi 1,1 miliardi di euro), ha inizialmente vietato le importazioni solo dalla provincia di Barcellona. Questa misura è stata presa in conformità con un “protocollo di regionalizzazione della peste suina africana” firmato solo due settimane prima (entrato in vigore il 12 novembre), che consente di continuare le esportazioni dalle zone indenni. Successivamente, la Spagna ha ricevuto conferma dalla Cina che le esportazioni di carne suina potevano riprendere da tutte le regioni non colpite.

L’esercito spagnolo contro la peste

A seguito della conferma, è stato immediatamente attivato il protocollo di sicurezza contro la Psa: prevede la delimitazione della zona colpita, l’eliminazione dei cadaveri e la prevenzione del movimento dei cinghiali. È stata istituita una zona di esclusione di 6 chilometri (e fino a 20 per le restrizioni operative e di vendita per gli allevamenti) attorno all’area di Bellaterra. Sono state poste restrizioni su 39 allevamenti suini situati nella “zona infetta”.

Per contenere l’epidemia, sono stati mobilitati:

  • 400 poliziotti catalani e guardie rurali.
  • 117 membri dell’unità di emergenza militare spagnola, un corpo speciale dell’esercito che utilizza droni per localizzare e rimuovere gli animali potenzialmente infetti.

L’obiettivo è limitare la zona ed evitare il contagio in altre regioni. Il Ministero ha esortato il settore ad aumentare tutte le misure di biosicurezza e sorveglianza. Le restrizioni al commercio potrebbero durare mesi.

Origine del fenomeno

Le autorità spagnole sospettano che l’origine del focolaio sia legata alla diffusione del virus dopo che un cinghiale ha ingerito cibo contaminato. Il virus è estremamente resistente e può persistere in alcuni prodotti a base di carne: l’ipotesi è che un panino gettato nella spazzatura sia stato poi divorato da un cinghiale.

L’area infetta si trova vicino all’autostrada Ap-7, un’importante arteria di trasporto che collega Spagna e Francia. Si ritiene probabile che l’attività umana abbia introdotto il virus in Spagna da altre aree d’Europa. Le autorità hanno segnalato che sono in corso indagini su altri otto casi sospetti.

Precedenti storici

La Psa è un virus originario dell’Africa subsahariana, ma nel 2007 è arrivata in Georgia, e da lì si è diffusa in Russia e Cina. Già nel 2014, il virus era presente nell’Europa orientale. Attualmente, la peste suina africana è presente in 13 Paesi dell’Ue, tra cui Germania, Italia, Polonia e Ungheria. Nel 2020, la malattia era arrivata in Germania, all’epoca il maggiore produttore europeo, anche in quel caso tramite un cinghiale. Paesi come Danimarca e Germania hanno eretto recinzioni chilometriche per impedire il passaggio di animali infetti. Al contrario, il Belgio e la Svezia sono riusciti a eradicare la malattia grazie a rigorose misure di controllo sulle popolazioni di cinghiali selvatici dopo incursioni mirate di animali infetti, uno scenario a cui la Spagna punta.

Il Ministero ha espresso “speranze” che un’azione “forte e rapida” possa prevenire l’espansione del virus, notando che la malattia è “molto contagiosa” e facile da rilevare per l’alta mortalità che provoca quando appare.

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