La Cop30 diventa un ring: McCartney contro la carne, Newsom contro Trump

Il musicista contro l’incoerenza del menu, per il governatore della California “Trump è una specie invasiva”
17 Novembre 2025
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Il cantautore Paul McCartney e il governatore della California Gavin Newsom critiche Cop 30
Il cantautore Paul McCartney e il governatore della California Gavin Newsom (Ipa/Ftg)

La Cop 30 Belém si trasforma in un palcoscenico. Da una parte la leggenda vivente della musica Paul McCartney sfida gli organizzatori sul menu, dall’altra il governatore della California Gavin Newsom attacca frontalmente Donald Trump. Due fronti diversi di una stessa battaglia: quella contro l’incoerenza nelle politiche climatiche.​

La provocazione vegetariana di McCartney

“Servire carne a un vertice sul clima è come distribuire sigarette a una conferenza sulla prevenzione del cancro”, non ha certo problemi a trovare le parole Sir Paul McCartney che, alla vigilia dell’appuntamento brasiliano, ha chiesto agli organizzatori un menu interamente vegetariano. L’83enne, da tempo attivista per i diritti animali e il vegetarianismo, ha affidato le sue parole a Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), che le ha rilanciate sui social con l’hashtag “Allinea il menu alla missione”.​

La leggenda dei Beatles sottolinea quanto sia incoerente discutere di transizione ecologica mentre si consumano prodotti che contribuiscono alle emissioni di gas serra: “L’industria dell’allevamento è uno dei principali responsabili della deforestazione e della catastrofe climatica che sta devastando il pianeta”, ha scritto nella lettera agli organizzatori. “Vi esorto a dare l’esempio e a rendere la conferenza completamente vegetariana”.

Il nuovo rapporto della Commissione EAT-Lancet 2025,  intitolato “Report on Healthy, Sustainable and Just Food Systems”, dà ragione McCartney: soprattutto a causa degli allevamenti, il sistema alimentare mondiale è responsabile del 30% delle emissioni totali di gas serra. Questa industria da sola potrebbe compromettere l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, anche se eliminassimo completamente i combustibili fossili.

Per approfondire: Quanto inquina l’industria alimentare? Troppo, e ci fa anche male

Newsom e il comizio anti-Trump: “Una specie invasiva”

Se McCartney punta il dito contro un settore, Gavin Newsom sceglie l’attacco diretto. Il governatore della California, unico rappresentante di alto profilo degli Stati Uniti alla Cop30, ha riservato al presidente Donald Trump epiteti che raramente si sentono in un summit delle Nazioni Unite: “È una specie invasiva, è una palla da demolizione. Sta cercando di far arretrare i progressi dell’ultimo secolo. Sta cercando di ricreare il diciannovesimo secolo. Persevera nella sua stupidità”.​

Le parole di Newsom arrivano dopo che Trump ha preso la decisione senza precedenti di non inviare alcuna delegazione ufficiale americana a Belém. Il presidente repubblicano, secondo cui il cambiamento climatico è “una truffa”, ha ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi (dal 2026) e sta eliminando qualsiasi restrizione all’utilizzo dei carbon fossili.

L’assenza che pesa come un macigno

L’assenza americana alla Cop30 rappresenta più di una semplice defezione diplomatica. Dopo aver avviato la procedura per uscire dall’Accordo di Parigi, Washington ha bloccato il voto sul piano di decarbonizzazione dei trasporti marittimi dell’International Maritime Organization, rinviandolo di un anno. Wopke Hoekstra, commissario europeo per l’Azione per il Clima, ha definito la mancata partecipazione statunitense come un “momento spartiacque”.​

La California, che guida un’alleanza di 24 stati americani rappresentanti oltre la metà della popolazione Usa, si presenta a Belém come l’alternativa alle politiche negazioniste di Trump.

Due critiche, una sola denuncia

Le dichiarazioni di McCartney e Newsom, apparentemente distanti, si intrecciano in una critica comune all’ipocrisia che circonda le politiche climatiche. Il musicista attacca l’incoerenza di chi predica la sostenibilità ma ignora l’impatto ambientale delle scelte alimentari. Il governatore californiano denuncia lo smantellamento sistematico delle politiche climatiche portato avanti dalla Casa Bianca.​

Newsom ha definito il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi “un abominio, una disgrazia”, sottolineando come questa scelta favorisca la Cina, che domina il mercato globale delle energie pulite. “Sapete chi sta applaudendo, chi sta cantando le sue lodi? Il presidente Xi della Cina”, ha dichiarato il governatore democratico secondo cui i cinesi “controllano le catene di approvvigionamento, perché capiscono la grande opportunità dell’energia pulita”.​

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