Le foreste pluviali tropicali dell’Australia sono diventate i primi ecosistemi di questo tipo a livello mondiale a rilasciare nell’atmosfera una quantità netta di anidride carbonica maggiore di quella che riescono ad assorbire. Questo ribaltamento del ruolo ecologico delle foreste è stato collegato in modo diretto all’intensificarsi della crisi climatica.
Tradizionalmente considerate “serbatoi di carbonio” (o carbon sink) per il pianeta, le foreste pluviali, hanno una capacità di assorbire gas serra supera, poiché la crescita di nuovi alberi compensa il carbonio liberato dalla decomposizione delle piante morte. Ma qualcosa sta cambiando.
L’inversione di tendenza nel Queensland
Nuove ricerche basate su quasi cinquant’anni di osservazioni in venti foreste situate nello stato del Queensland hanno documentato una drastica inversione. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha stabilito che l’aumento della mortalità degli alberi ha superato la capacità di crescita.
Il dottor Patrick Meir, autore senior della ricerca, ha giudicato i risultati come “molto preoccupanti”. La dottoressa co-autrice Hannah Carle della Western Sydney University ha specificato che la biomassa legnosa, ovvero i rami e i tronchi degli alberi deceduti, ha smesso di agire come assorbitore di carbonio ed è diventata una fonte di emissioni circa un quarto di secolo fa. Questa trasformazione della biomassa nelle foreste tropicali umide australiane è la prima a essere documentata in modo evidente a livello globale.
Colpa dell’aumento delle temperature
Il fattore determinante dietro la crescente moria degli alberi è l’impatto del cambiamento climatico. La ricerca ha evidenziato che l’incremento delle temperature estreme, insieme all’accresciuta aridità atmosferica e ai periodi di siccità, ha contribuito al decesso di un numero maggiore di piante negli ultimi decenni.
Inoltre, il rapporto ha stabilito che anche l’aumento della frequenza e della gravità dei cicloni sta provocando la morte di più alberi e rendendo più arduo per le nuove piante attecchire e svilupparsi.
Anche il ricercatore David Bauman, co-autore dello studio, ha commentato all’Afp che i risultati australiani si allineano a ricerche condotte in Amazzonia che mostrano un indebolimento della capacità di assorbimento del carbonio delle foreste a causa della progressiva morte arborea. Bauman ha aggiunto che, sebbene la situazione non fosse inattesa, il “momento critico” è sopraggiunto prima delle previsioni.
Implicazioni globali
Questa scoperta ha conseguenze significative per gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni. Se le foreste non sono più in grado di assorbire parte dell’anidride carbonica liberata dalla combustione dei combustibili fossili, l’efficacia delle strategie climatiche è minacciata. Di conseguenza, i modelli attuali potrebbero sovrastimare l’aiuto che le foreste tropicali possono fornire per compensare le emissioni industriali.
Il dottor Meir ha ipotizzato che, con ogni probabilità, tutte le altre foreste tropicali tenderanno a reagire in modo simile sotto le stesse pressioni, anche se saranno necessari ulteriori dati per una valutazione completa.
Il contesto nazionale australiano aggiunge un ulteriore livello di complessità, poiché la nazione è uno dei maggiori produttori di inquinamento pro capite a livello mondiale. Nonostante l’Australia abbia recentemente annunciato nuovi impegni per tagliare le emissioni di almeno il 62% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2005, il Paese è ancora oggetto di critiche per la sua forte dipendenza dai combustibili fossili, con l’approvazione di grandi progetti di gas che continueranno per decenni. Recenti rapporti hanno inoltre confermato che l’Australia ha già superato un riscaldamento di 1.5 gradi.