Barriere coralline e ghiacciai a rischio, la soluzione nell’approccio “Global Mutirão”

Il presidente di Cop30: “Solo uniti possiamo evitare la catastrofe di una reazione a catena”
13 Ottobre 2025
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Barriere Coralline Sbiancate Canva
Barriere coralline sbiancate a causa delle alte temperature (Canva)

Presto supereremo gli 1.5 gradi di riscaldamento globale, un limite che pone l’umanità in una zona di pericolo dove il rischio di innescare molteplici punti critici climatici di non ritorno (i cosiddetti “tipping points”) è catastrofico per miliardi di persone.

Non si tratta di pericoli futuri: alcuni sistemi cruciali hanno già raggiunto o superato la loro soglia critica. Già a circa 1.4 gradi di riscaldamento, le barriere coralline di acque calde hanno superato il loro punto critico termico stimato a 1.2 gradi. Questa perdita non è solo ecologica; minaccia direttamente i mezzi di sussistenza di centinaia di milioni di persone che dipendono da questi ecosistemi. Così come le calotte polari, le quali si stanno avvicinando al loro massimo punto critico, in particolare la Groenlandia e l’Antartide occidentale, il cui eventuale collasso comporterebbe un innalzamento irreversibile del livello del mare di diversi metri, impattando centinaia di milioni di persone.

Siamo ancora in tempo per invertire la rotta? Per i ricercatori che hanno redatto l’ultimo “Global Tipping Points Report 2025”, pubblicato in vista della prossima Cop30, che si terrà ai margini della foresta pluviale amazzonica in Brasile i prossimi 10-21 novembre 2025, la risposta è “Sì” e si basa sul principio del “Global Mutirão”.

Rischio “reazione a catena”

Ogni frazione di grado di riscaldamento in più intensifica il rischio di innescare ulteriori e più dannosi punti critici. Molti di questi punti di non ritorno sono interconnessi in modo destabilizzante, avvertono i ricercatori. Il crollo di un sistema rende più probabile il crollo di un altro, creando impatti a cascata attraverso i sistemi ecologici e sociali. Tra i sistemi più a rischio sotto i 2 gradi figurano:

  1. La foresta Amazzonica, la cui deforestazione e i cambiamenti climatici la espongono a un esteso degrado, minacciando danni incalcolabili alla biodiversità e impattando oltre 100 milioni di persone.
  2. La circolazione meridiana di ribaltamento atlantico, cioè la circolazione che rimescola le acque dell’oceano globale, il cui tilt rappresenterebbe un rischio che non può essere escluso nemmeno ai livelli attuali di riscaldamento, e minerebbe la sicurezza alimentare e idrica globale, oltre a far sprofondare l’Europa nord-occidentale in inverni prolungati e rigidi.

La speranza dei ricercatori è il dimezzare le emissioni entro il 2030

Per prevenire i punti critici più dannosi e minimizzare l’entità e la durata del superamento degli 1.5 gradi, i ricercatori richiedono un livello di azione senza precedenti. Le emissioni globali antropogeniche di gas serra “devono essere dimezzate entro il 2030”, rispetto ai livelli del 2010, e raggiungere zero emissioni entro il 2050.

L’unico approccio credibile alla gestione del rischio è agire in anticipo. Per affrontare questa sfida, secondo gli studiosi, dobbiamo concentrarci sull’innesco dei punti di svolta positivi. Questi sono cambiamenti che, una volta avviati, generano un processo di auto-amplificazione in tecnologie, politiche e comportamenti, spingendo la società verso uno stato sostenibile.

Negli ultimi due anni, il report ha evidenzialo il verificarsi di una radicale accelerazione nell’adozione di tecnologie pulite in tutto il mondo. Un primo esempio è l’adozione del fotovoltaico solare e dei veicoli elettrici, la cui produzione è cresciuta esponenzialmente. Il prezzo dei pannelli solari è diminuito di un quarto per ogni raddoppio della capacità installata. Allo stesso modo, le batterie sono migliorate e i prezzi sono crollati man mano che la loro implementazione è aumentata. Così come, la diffusione di casi di contenzioso climatico e iniziative di rigenerazione della natura sono anch’essi fenomeni auto-amplificanti e riguardano la sfera del sociale e del giuridico, proponendo modelli in controtendenza.

Come ribaltare la crisi climatica?

Per catalizzare e accelerare questi cambiamenti positivi, le politiche devono agire su punti di super-leva (“super-leverage points”). Tra i suggerimenti proposti dal report, vediamo:

  1. Mandati politici decisivi: Le politiche più efficaci per innescare punti di svolta nel sistema energetico sono generalmente i mandati politici che prevedono l’eliminazione graduale dei combustibili fossili (come i divieti sulla vendita futura di auto a benzina/diesel nell’Unione europea). Queste azioni mirate rendono le alternative pulite più accessibili ed economiche per tutti. L’elettrificazione del riscaldamento, dei trasporti e dell’industria agisce come un moltiplicatore di decarbonizzazione, stimolando gli investimenti nelle rinnovabili e aumentando l’efficienza complessiva del sistema.
  2. Finanza equa e costo del capitale: È essenziale coinvolgere tutte le fonti di finanziamento (pubblico e privato) per ridurre il costo del capitale per le tecnologie a basse emissioni di carbonio e le infrastrutture resilienti, in particolare a beneficio dei Paesi del Sud Globale.
  3. Lotta alla disuguaglianza: I punti di svolta positivi possono e devono agire simultaneamente contro la povertà, la fame e la disuguaglianza. Per esempio, l’accelerazione delle rinnovabili può ridurre i prezzi dell’energia, portando benefici sanitari ed economici duraturi anche nelle parti del mondo a basso reddito.
  4. Rigenerazione della natura e nuovi modelli di sistemi alimentari: Sono necessari cambiamenti politici globali per eliminare il 25% delle emissioni di gas serra legate all’alimentazione, all’agricoltura e alla deforestazione. Azioni come la protezione dei diritti indigeni, il sostegno alla conservazione guidata dalle comunità e la creazione di aree marine protette possono innescare cambiamenti positivi anche nella rigenerazione della natura.

Il “Global Mutirão”

Il Global Tipping Points Report 2025 è, quindi, non solo un monito, ma una guida. Esso mostra dove i pericoli convergono e dove le opportunità di trasformazione positiva sono a portata di mano. Per raggiungere la trasformazione necessaria, è cruciale la catalizzazione dell’azione collettiva da parte della società civile, attraverso l’approccio del “Global Mutirão”, cioè uno sforzo collettivo. Questo sforzo congiunto è fondamentale per innescare i punti di svolta positivi e fornire ai decisori politici il mandato necessario per agire.

Il mondo si trova di fronte a una scelta esistenziale: invertire la pericolosa tendenza verso una sequenza di collassi a effetto domino o costruire un futuro progettato attraverso la cooperazione.

“È il momento di agire – ha annunciato André Aranha Corrêa do Lago, presidente designato alla Cop30 -. Uniti, possiamo invertire la pericolosa tendenza verso una sequenza di collassi sistemici a effetto domino. Costruiamo e sosteniamoci a vicenda per prevenire una reazione a catena potenzialmente devastante. Inneschiamo invece una “catena di azioni” per soluzioni esponenziali a basse emissioni di carbonio e resilienti al clima in tutto il mondo. Cambiamo per scelta, insieme”.

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