A Torino ‘FOR – Festival for the Earth 2025’: l’acqua protagonista tra arte e scienza

Dal 16 al 18 ottobre il FOR porta nel capoluogo piemontese incontri, podcast, mostre e laboratori dedicati all’oro blu, un bene tanto prezioso quanto fragile
10 Ottobre 2025
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Festival For Earth Logo
(Foto Festival for the Earth)

Il fil rouge, anzi il fil bleu che attraversa e collega FORFestival for the Earth, di scena a Torino dal 16 al 18 ottobre prossimi, è l’acqua: tre giorni in cui arte, scienza e divulgazione si intrecceranno per raccontare una delle risorse più preziose che abbiamo, e una delle più fragili. Il tempismo è perfetto: è di pochi giorni fa la notizia che abbiamo superato il settimo limite planetario, quello dell’acidificazione degli oceani. Detto in estrema sintesi, gli scienziati hanno individuato nove soglie sopra le quali l’equilibrio del pianeta rischia di essere compromesso; la settima riguarda l’acidità dei mari, che è in aumento oltre il punto di sicurezza, con conseguenze sugli ecosistemi e sulle attività umane.

C’è dunque più che mai bisogno di fare il punto e di capire cosa possiamo fare per tutelare un bene che, contrariamente a quanto spesso sembriamo pensare, non è infinito né sempre disponibile. Tutt’altro: da molti anni si parla dell’acqua come del ‘prossimo petrolio’, e, senza andare troppo lontani nel mondo e nel tempo (come verrà fatto nella tre giorni torinese), in Italia abbiamo già cominciato a fare i conti con ripetute siccità, che hanno colpito il Sud ma anche il nostro fiume ‘principe’ – il Po, che peraltro scorre proprio a Torino.

Il Festival for the Earth: ‘Visioni sostenibili tra arte e scienza’

I temi da trattare sono tantissimi, non a caso il FOR costruirà attorno all’acqua un viaggio tra arte, ricerca e narrazione, esplorando cosa c’entri l’’oro blu’ con la crisi climatica, la salute, la ricerca, l’innovazione e la giustizia e riscoprendo il suo valore culturale e sociale.

Il claim del Festival – ‘Visioni sostenibili tra arte e scienza’ – spiega efficacemente come intende farlo, e l’obiettivo a cui punta l’evento. Visioni, perché l’intento è offrire uno sguardo su un futuro possibile, più equo e a basso impatto ambientale, costruendo ponti e connessioni tra linguaggi e discipline; sostenibili, perché il futuro o sarà tale o sarà quanto meno incerto; arte e scienza, perché al rigore dei dati, dell’analisi e del confronto il Festival unirà incontri, mostre, installazioni e laboratori per ripensare il nostro rapporto con il pianeta.

Gli appuntamenti: panel, talk, podcast, laboratori

Scendendo nel dettaglio, il FOR si aprirà con la cerimonia del CMCC Climate Communication Award – Maria Rebecca Ballestra, il premio internazionale riservato a giornalisti e comunicatori capaci di raccontare verità scientificamente provate in modo da generare consapevolezza e stimolare la voglia di agire, vinto quest’anno da Damian Carrington (The Guardian) e Pilita Clark (Financial Times).

Durante i tre giorni, si susseguiranno poi panel e talk che proporranno un dialogo tra scienza, cultura e società. Tra i temi in agenda, il giornalismo ambientale e le sue sfide attuali, l’intelligenza artificiale e i modelli predittivi per l’acqua e la transizione verde, la One Health, gli oceani e la governance delle acque, l’agroecologia, la decarbonizzazione, la biodiversità e – ultima ma non ultima – l’ecoansia.

In ognuna delle giornate del Festival Guido Saracco e Marco Merola condurranno i FOR(e)Cast, interviste in forma di video podcast che saranno realizzate nel nuovo laboratorio multimediale dell’Accademia delle Scienze e che saranno visibili sul canale YouTube del FOR. Il nome è un gioco di parole realizzato unendo ‘FOR’ e la parola inglese ‘forecast’, che vuol dire previsione. Agli ospiti, infatti, verrà chiesta una previsione sul futuro della Terra.

Ruolo primario avranno poi il potere trasformativo della parola, con gli incontri con gli scrittori Paolo Pecere, Michele Vaccari, Alessandra Viola e Giorgia Bollati, e le visioni cinematografiche, nel racconto della direttrice di Cinemambiente Lia Furxhi.

Grande attenzione sarà dedicata infine all’educazione ambientale e alle emozioni: tra le attività, i laboratori AQUA sull’animazione analogica e digitale e l’Escape Room Climatica – Aqua Crisis 2050.

Gli ospiti

Tra gli ospiti principali del parterre di esperti, artisti, scienziati e giornalisti che animeranno il dibattito, oltre ai già citati Carrington e Clark ci saranno Giulio Boccaletti (CMCC), Nicola Lagioia (Lucy per la cultura), Valeria Barbi (giornalista e naturalista), Francesca Santoro (UNESCO), Gianmaria Sannino (ENE), Alberto Mantovani (Fondazione Humanitas per la Ricerca), Maurizio Rivolta (FAI), Luca Balbiano (CitiCulture), Nicolas Lozito (La Stampa), Alessandra Viola (scrittrice e giornalista), Jaroslav Mysiak (CMCC), Jeremy Schlickenriede (FAO), Patrizia Lombardi (Politecnico di Torino), Camilla Gamba e Lucia Tecuta (esperte di ecopsicologia).

Il potere dell’arte per coinvolgere scettici e disinteressati

Per quanto riguarda l’aspetto artistico, che mira a far avvicinare anche i più scettici e disinteressati ai temi ambientali con un approccio che coinvolge la parte emozionale, le iniziative in campo sono diverse. Una di esse, l’installazione monumentale ‘Sowers – Coloro che Seminano’, finito il Festival rimarrà a dialogare con la città. Situata nel cortile del Castello del Valentino, l’opera è composta da centinaia di formelle di vetro Venini, a rappresentare un segmento di Dna in cui l’uomo e la natura si intrecciano indissolubilmente, mentre i semi incastonati la rendono un autentico archivio botanico.

Il Castello del Valentino ospiterà invece ‘The Wild Line’, la mostra fotografica di Davide Agati, che esplora il rapporto tra uomo e natura lungo la Panamericana, tratta dal reportage ‘WANE – We Are Nature Expedition’, condotto insieme alla giornalista ambientale Valeria Barbi.

Ancora: a Palazzo Madama spazio a ‘Journey into Fragility‘, il progetto multimediale di Maria Rebecca Ballestra, che racconta la connessione profonda tra il nostro benessere e quello della natura.

Infine, la Sala Immersiva delle Gallerie d’Italia farà da cornice alla mostra ‘Flow-er’, dell’artista intermediale Giuseppe La Spada: centrata sull’impermanenza e sull’inevitabile fluire di tutte le cose, allo stesso tempo vuole far riflettere sull’urgente recupero della relazione Uomo-Natura.

Ideato dall’artista Maria Rebecca Ballestra, scomparsa nel 2020, FOR è oggi promosso dalla Fondazione Devoto, che ne prosegue e ne amplia la visione. Il programma dell’evento, con la direzione generale di Daniela Carrea, la direzione artistica di Giuseppe La Spada e la direzione alla divulgazione di Marco Merola, è consultabile sul sito del Festival.

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