C’è un’Italia che non rincorre le classifiche ma le riscrive, partendo dal basso, dalle Contrade e dalle abitudini quotidiane. È l’Italia di Siena, che nel 2027 sarà una delle due città europee vincitrici del Green Leaf Award, riconoscimento assegnato dalla Commissione europea alle realtà urbane tra 20 e 100 mila abitanti che guidano la transizione verde.
Durante la cerimonia ufficiale a Vilnius, Capitale verde europea 2025, la città toscana è stata proclamata European Green Leaf 2027 insieme ad Assen, nei Paesi Bassi. Il titolo di European Green Capital, riservato alle città sopra i 100 mila abitanti, è andato invece a Heilbronn in Germania.
A convincere la giuria non sono stati solo i risultati ambientali — già notevoli — ma il modo in cui queste città hanno saputo trasformare la sostenibilità in governance, costruendo consenso, partecipazione e risultati misurabili. In un continente in cui due cittadini su tre vivono in aree urbane, il riconoscimento alle tre vincitrici assume un significato politico: dimostrare che la neutralità climatica non è solo un obiettivo, ma un modello amministrativo possibile.
L’Italia che innova partendo dalle Contrade
Per la città toscana, 52 mila abitanti, il premio non è solo una vetrina internazionale, ma il riconoscimento di un lavoro lungo e coerente sulla gestione dei rifiuti, la valorizzazione del verde urbano e le iniziative di economia circolare. Ma soprattutto per il suo modo peculiare di intendere la sostenibilità: come un processo sociale radicato nel territorio.
La città ha raggiunto risultati misurabili: 61,4% di raccolta differenziata e solo 1% di rifiuti in discarica, un dato che la colloca tra le migliori esperienze europee. Ma dietro le cifre c’è un modello di governance che intreccia tradizione civica e innovazione amministrativa.
Negli ultimi anni Siena ha aumentato in modo significativo la superficie di aree verdi pubbliche — oggi 28 metri quadrati per abitante — grazie a una strategia che punta su piccoli interventi diffusi: riqualificazione di spazi residuali, orti urbani, corridoi ecologici. L’idea non è quella di creare grandi parchi, ma di costruire una rete di micro-spazi verdi che migliorino la qualità dell’aria e riducano l’effetto isola di calore.
La giuria della Commissione ha anche riconosciuto l’efficacia dei programmi di coinvolgimento dei cittadini. Le campagne “RiusaSiena” e “Ripara con noi” promuovono pratiche di riuso e riparazione, con il supporto di scuole, associazioni e università. Ma il tratto distintivo è l’uso delle Contrade come leva di partecipazione ambientale.
Le storiche suddivisioni civiche che animano la vita sociale della città diventano canali di educazione ambientale: raccolte collettive, gare di riduzione dei rifiuti, iniziative di quartiere. Il Comune ha già annunciato che parte del premio economico — 200 mila euro — sarà destinato a progetti condivisi con le Contrade, per creare un patto civico per la sostenibilità entro il 2027.
L’amministrazione guidata dal sindaco Nicoletta Fabio ha definito la vittoria “un riconoscimento che appartiene alla comunità”. “Siena – ha dichiarato – ha saputo dimostrare che l’identità storica non è un ostacolo alla modernità, ma una risorsa per costruire politiche ambientali radicate e partecipate”.
La giuria della Commissione europea ha definito il modello senese “replicabile in altri contesti urbani europei”, sottolineando la combinazione tra tradizione e innovazione. “Siena – ha dichiarato la commissaria europea Jessika Roswall – dimostra che la sostenibilità può essere profondamente sociale, costruita sull’identità e sulla partecipazione dei cittadini”.
Nei prossimi due anni la città dovrà consolidare i progetti in corso e definire il piano operativo per il 2027, che prevede nuove aree verdi, un sistema di monitoraggio ambientale diffuso e iniziative di formazione ambientale nelle scuole. L’Italia, che nel 2025 aveva visto Treviso tra le finaliste, torna così nel palmarès europeo con una piccola città che unisce coesione sociale e politiche ambientali, ricordando che la transizione verde passa anche dai centri di media dimensione.
L’Olanda che non butta via nulla
Se Siena rappresenta la forza della comunità, Assen è l’esempio della precisione olandese applicata alla circolarità. La città della provincia di Drenthe, 70 mila abitanti, condivide con Siena il titolo di European Green Leaf 2027 grazie a una strategia che mette in rete cittadini, imprese e amministrazione per ridurre gli sprechi e decarbonizzare i servizi pubblici.
Il punto di partenza è la gestione dei rifiuti: Assen ha introdotto un sistema avanzato di raccolta differenziata, con un’attenzione particolare ai materiali più difficili — plastica, metalli e cartoni perbevande (PMD) — e un insieme di politiche che spingono al riuso. Emblematica l’iniziativa dei Repair Cafés, spazi di quartiere dove i cittadini imparano a riparare oggetti e piccoli elettrodomestici con l’aiuto di tecnici volontari. L’idea, nata anni fa come esperimento, è oggi un servizio municipale che ha ridotto sensibilmente la quantità di rifiuti residui.
La giuria europea ha premiato anche la coerenza del lavoro di mitigazione climatica. Tutti gli edifici comunali sono stati sottoposti a interventi di efficientamento energetico, con una riduzione del 40%delle emissioni dirette di CO₂. Parallelamente, la città ha investito in mobilità sostenibile, realizzando una “cycling highway” di 30 chilometri che collega Assen a Groningen: una pista ciclabile ad alta capacità, dotata di illuminazione intelligente e priorità semaforica per i ciclisti.
Il progetto simbolo della nuova fase è però l’Energy Garden, un’area in cui produzione di energia solare e biodiversità convivono. I pannelli fotovoltaici sono installati su terreni intercalati da fasce di vegetazione che favoriscono l’impollinazione e la tutela degli insetti. L’area ospita anche laboratori educativi per le scuole, creando un legame diretto tra transizione ecologica e formazione.
Con i 200 mila euro del premio, Assen punta a rafforzare la rete dei “Circular Ambassadors”, cittadini e imprese che diffondono pratiche sostenibili e partecipano alla definizione delle politiche locali. Nel 2023 oltre 6 mila persone hanno contribuito al piano climatico triennale, un record per una città di queste dimensioni.
Nella relazione ufficiale, la Commissione europea ha definito Assen un esempio di “circolarità inclusiva”: un modello in cui l’economia circolare non è solo un processo tecnico ma un meccanismo di coesione sociale, capace di trasformare la sostenibilità in una pratica quotidiana condivisa.
Heilbronn, capitale verde europea 2027
La tedesca Heilbronn è l’European Green Capital 2027: con poco più di 130 mila abitanti nel Baden-Württemberg, è una città industriale, attraversata dal Neckar, che ha fatto dell’integrazione tra pianificazione urbana, mobilità e salute pubblica il suo punto di forza.
La giuria della Commissione europea ha premiato la città per la capacità di mettere in relazione aree spesso trattate in modo separato: inquinamento atmosferico, rumore, acqua, clima e uso del suolo. Tutto confluisce in un sistema coerente, guidato da due strumenti centrali: il “Landscape Plan 2030” e il “Mobility Concept”, due documenti di indirizzo che uniscono pianificazione territoriale e qualità ambientale.
Nel piano paesaggistico, ad esempio, la mappatura del rumore non è un allegato tecnico, ma una base di partenza per decidere dove costruire, come piantumare, quali aree proteggere. Le “quiet areas”, le zone di silenzio urbano, vengono identificate come infrastrutture sociali, al pari delle scuole o dei parchi. L’obiettivo dichiarato per il 2035 è ridurre del 30% l’esposizione dei residenti al rumore stradale superiore ai 55 decibel.
Parallelamente, il Mobility Concept disegna una rete intermodale che punta a tagliare del 40% le emissioni da traffico privato. Nuove piste ciclabili, trasporto pubblico elettrico e incentivi alla logistica verde completano il quadro. La città ha già avviato la sostituzione del parco autobus con mezzi a batteria e idrogeno, mentre i collegamenti pedonali sono stati ridisegnati per garantire accessibilità e sicurezza.
La Commissione europea ha riconosciuto anche il lavoro di Heilbronn sul coinvolgimento dei cittadini. L’amministrazione utilizza piattaforme partecipative online per monitorare il rumore e la qualità dell’aria, affiancate da campagne pubbliche che invitano i residenti a proporre “micro-interventi” di sostenibilità nei quartieri.
Heilbronn riceverà un premio di 600 mila euro, che sarà destinato a nuovi progetti di partecipazione e mitigazione climatica. L’obiettivo dichiarato è diventare una città “a zero emissioni” entro il 2035, anticipando di quindici anni la neutralità climatica europea.
La Commissione Roswall, che ha guidato l’edizione 2027, ha parlato di una “integrazione intersettoriale esemplare”, capace di tradurre la sostenibilità in politiche pubbliche. “Le città che vincono questi premi — ha dichiarato la commissaria per l’Ambiente, l’Acqua e l’Economia circolare competitiva, Jessika Roswall — non sono solo modelli di innovazione, ma ambasciatrici del cambiamento. Dimostrano che la transizione verde può essere concreta, partecipata e misurabile”.
Nel 2027, Heilbronn raccoglierà il testimone da Guimarães (Portogallo), capitale verde europea 2026, e da Vilnius (Lituania), detentrice del titolo per il 2025. Un’eredità che la città tedesca intende onorare con un piano d’azione già approvato dal consiglio comunale: 40 misure operative, dalla riforestazione urbana alla creazione di una rete di “climate offices” nei quartieri.
La nuova geografia della sostenibilità
La selezione 2027 è stata tra le più competitive di sempre: 20 città da 11 Paesi europei si sono candidate, valutate da un panel di sette esperti indipendenti di sostenibilità urbana. Dopo una prima scrematura, sette finaliste sono arrivate al confronto diretto davanti alla giuria composta da rappresentanti della Commissione europea, del Comitato delle Regioni, dell’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA), del Covenant of Mayors e dell’European Environmental Bureau (EEB).
Le finaliste per la categoria Green Capital erano Debrecen (Ungheria), Heilbronn (Germania) e Klagenfurt am Wörthersee (Austria). Per la Green Leaf, invece, Assen (Paesi Bassi), Benidorm (Spagna), Saint-Quentin (Francia) e Siena (Italia).
Il processo di valutazione si basa su sette indicatori: qualità dell’aria, gestione dell’acqua, biodiversità e uso del suolo, rifiuti ed economia circolare, inquinamento acustico, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Ma la differenza, secondo gli esperti, la fa la governance: la capacità di integrare politiche e cittadini in una strategia coerente e duratura.
Le città vincitrici non sono solo premiate: diventano ambasciatrici della transizione verde per un anno, con il compito di diffondere buone pratiche e ospitare eventi europei dedicati alla sostenibilità urbana. In cambio, ricevono risorse economiche per sostenere i progetti e una visibilità che spesso si traduce in nuovi investimenti e turismo sostenibile.
Il riconoscimento istituito nel 2010 (Green Capital) e nel 2015 (Green Leaf) è oggi uno dei principali strumenti di benchmark ambientale urbano dell’Unione europea. Oltre alla visibilità e ai premi economici, i titoli producono effetti misurabili: le città vincitrici registrano in media un aumento del 20% degli investimenti ambientali e una crescita del turismo sostenibile nei due anni successivi.
Ma la vera eredità, sottolinea la Commissione, è la trasformazione culturale. Essere una Green City significa diventare laboratorio politico e sociale: sperimentare nuove forme di partecipazione, creare reti di scambio tra città e cittadini, e costruire modelli di amministrazione che restano anche dopo la fine del mandato.
L’edizione 2027 conferma così un trend già visibile: la sostenibilità urbana non è più una questione di immagine, ma di governance. Siena, Assen e Heilbronn dimostrano che la neutralità climatica può passare per il riciclo di un elettrodomestico, la riduzione del rumore o la rigenerazione di un parco. E che l’Europa verde, oggi, cresce dal basso — dove cittadini e città imparano a condividere non solo gli spazi, ma anche la responsabilità del loro futuro.