Una cappa invisibile si stende sulle metropoli europee.
Qui si consuma una delle battaglie decisive della transizione ecologica, mentre i cittadini affrontano ondate di caldo e livelli di smog che superano costantemente le soglie di sicurezza. La classifica delle città più inquinate d’Europa nel 2025 pubblicata da Ener2Crowd ridisegna la mappa dell’emergenza climatica e ambientale.
I dati, costruiti su rilevazioni della Sun-Yat-Sen University di Guangzhou e diffusi dalla piattaforma italiana dedicata agli investimenti Esg, mostrano come Mosca, Istanbul e San Pietroburgo siano i poli nevralgici dell’inquinamento europeo ma, soprattutto, mostrano che le città, pur coprendo solo il 2% della superficie terrestre, sono responsabili dell’85% delle emissioni globali di CO₂.
Classifica città più inquinate d’Europa 2025
La graduatoria elaborata da Ener2Crowd e le fonti associate mette in luce una realtà inquietante per i centri urbani del continente. Queste le prime posizioni:
– Mosca – 141,5 milioni di tonnellate di CO₂ equivalenti all’anno
– Istanbul – 87,4 milioni di tonnellate
– San Pietroburgo – 53 milioni di tonnellate
– Francoforte – 45 milioni di tonnellate
– Atene – 41 milioni di tonnellate
– Berlino – 27 milioni di tonnellate
– Torino – 23 milioni di tonnellate, prima città italiana nella top ten europea
Sorprendentente, il capoluogo piemontese precede Milano e Roma, che vengono subito dopo Torino nella classifica della città più inquinate d’Europa. Dopo di loro si colloca Parigi.
Al livello globale, la Cina domina questa non invidiabile classifica. Sono tutte nel territorio del Dragone, infatti, le sei città che precedono Mosca: la città prima per emissioni di anidride carbonica è Handan con 199 milioni di tonnellate di CO₂ equivalenti. Completano il podio, Shanghai con 188 milioni, Suzhou con 152 milioni. Medaglia di legno per Dalian con 142 milioni, seguita da Tianjin con 137,3 milioni di tonnellate di CO₂ e dalla capitale Pechino con 132 milioni di tonnellate.
Le città italiane tra inquinamento e rischio climatico
Oltre alla grandi città già viste, Monza, Como, Padova, Alessandria, Cremona, Vicenza, Lodi, Modena, Asti e altre città italiane affrontano livelli di PM10 e PM2.5 spesso oltre i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Le città italiane più esposte ai rischi del caldo estremo nel 2025 sono Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Le ricerce dimostrano inoltre che cambiamento climatico si intreccia con emissioni e consumo suolo, alterando l’ambiente e inficiando la salute pubblica.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine e condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, l’Italia è il Paese più esposto al caldo estremo. Tra le città europee con più morti previste per le ondate di calore, quattro su dieci sono italiane: Roma (seconda città più esposta), Napoli (terza), Milano (quinta) e Genova (decima).
Per approfondire: Roma, Napoli, Milano e Genova tra le dieci città europee con più morti per il caldo estremo
Emissioni CO₂ e transizione energetica
I principali canali per il surriscaldamento globale sono i trasporti, il riscaldamento degli spazi interni, le attività industriali e il consumo di suolo.
Lo scenario elaborato da Ener2Crowd invita a ripensare le scelte urbanistiche ed energetiche nelle grandi città, che restano le protagoniste della crisi climatica europea.
Il Ceo Niccolò Sovico sottolinea la necessità di una svolta: occorrono investimenti supplementari per 600 miliardi di euro ogni anno in Europa, con l’obiettivo di dimezzare le emissioni entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica nel 2050.
In questo senso, la finanza sostenibile può avere un ruolo importante. La piattaforma italiana propone investimenti in progetti di energia rinnovabile che permettono di evitare 0,52 kg di emissioni di CO₂ per ogni euro investito. Questo significa che un investimento di 1.000 euro contribuisce a ridurre le emissioni di 520 kg di anidride carbonica. Parallelamente, gli investitori ottengono rendimenti annui fino al 10% attraverso il finanziamento di impianti solari, eolici e altre tecnologie pulite.