Ubriachi abbattono l’Albero di Robin Hood: condannati a 4 anni di reclusione

Il Sycamore gap tree era immerso tra le rovine del Vallo di Adriano, sito protetto dall’Unesco
21 Luglio 2025
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Sycamore Gap Tree Canva
Sycamore Gap Tree - Canva

In una notte di fine settembre del 2023, due uomini ubriachi, armati di motosega, hanno attraversato il Nord Est dell’Inghilterra per compiere uno degli atti che ha rattristito migliaia di cittadini: l’abbattimento del celebre Sycamore Gap Tree. Meglio noto come l’Albero di Robin Hood per la sua apparizione del film del 1991, l’acero era immerso tra le rovine del Vallo di Adriano, sito protetto dall’Unesco.

Il loro gesto, videoregistrato con un telefono, è diventato subito virale, scatenando indignazione a livello nazionale. Negli scorsi giorni, la Crown Court di Newcastle ha condannato Daniel Graham (39 anni) e Adam Carruthers (32 anni) a quattro anni e tre mesi di reclusione per danneggiamento penale aggravato.

Albero Robin Hood Canva

Come e perché è stato abbattuto l’albero di Robin Hood

Il Sycamore Gap Tree non era un albero qualunque: cresciuto nella suggestiva fenditura del Vallo di Adriano, era diventato un’icona paesaggistica amata da milioni di persone. Conosciuto come “Robin Hood Tree” grazie al film del 1991, era considerato un santuario naturale, stimato in circa 458mila sterline (circa 530mila euro) ma percepito come inestimabile dal pubblico.

La notte dell’abbattimento è stata descritta come “letteralmente buia e tempestosa”. I due uomini hanno pianificato il tutto con cura: 40 minuti di guida, 20 di cammino, vernice spray per segnare il taglio, tre minuti netti per abbattere l’albero. Hanno persino portato via un pezzo del tronco come trofeo.

Leggi sulla tutela degli alberi nel Regno Unito: quando tagliare è un reato

La condanna non è dovuta direttamente al fatto che l’albero fosse patrimonio Unesco, ma al danneggiamento conseguente del Vallo di Adriano, che lo è. Tuttavia, anche gli alberi non inclusi in siti Unesco possono essere fortemente protetti dalla legge britannica:

  • Se tutelati da un Tree Preservation Order (Tpo), abbatterli senza permesso può portare a multe fino a 20mila euro per albero.
  • Nelle Conservation Areas (le aree protette), è obbligatorio notificare l’intenzione di taglio almeno sei settimane prima.
  • Serve una felling licence dalla Forestry Commission se si abbattono più di cinque metri cubi di legname in tre mesi.
  • Se l’albero ospita specie protette o ha valore ecologico, può essere tutelato dal Wildlife and Countryside Act 1981.

In casi gravi, come quello del Sycamore Gap, si può arrivare a processo penale in Crown Court, con multe illimitate e condanne detentive, anche se l’albero non ha uno status internazionale.

Anche in Italia, tagliare un albero può essere illegale, grazie a una fitta rete di tutele ambientali, paesaggistiche e culturali. Gli alberi monumentali, quelli situati in aree vincolate o all’interno di boschi, sono soggetti ad autorizzazioni specifiche: servono permessi comunali, paesaggistici o forestali, e il mancato rispetto può comportare sanzioni amministrative, penali e obblighi di ripristino.

Il processo e le motivazioni: cosa ha detto il giudice sull’arboricidio

Il mistero ha avvolto non solo l’azione, ma anche le motivazioni. Gli imputati hanno negato tutto, accusandosi a vicenda, mentre la giudice Christina Lambert ha definito il gesto vanaglorioso e deliberato, più dettato dal desiderio di notorietà che da una ragione comprensibile. Messaggi sui social successivi al crimine parlano chiaro: “È diventato virale. È mondiale”, scriveva Graham, quasi compiaciuto.

Dalle ceneri alla rinascita

La reazione del pubblico è stata intensa: il National Trust, la no profit che si occupa della cura del Vallo di Adriano, ha ricevuto migliaia di messaggi di cordoglio. Andrew Poad, il direttore generale del National Trust, ha espresso pubblicamente il profondo impatto della perdita dell’albero, dichiarando che “questo albero iconico non potrà mai essere sostituito” e che “apparteneva alla gente”. Lo ha descritto come un “simbolo totemico” e un “santuario”, un luogo per creare ricordi e per le gite scolastiche. Anche il regista del Robin Hood che ha reso l’albero così famoso, Kevin Reynolds, ha espresso profonda tristezza, dichiarando che non tornerà mai più al Sycamore Gap.

L’Acero di Sycamore Gap è stato un antico custode silenzioso. La sua secolare presenza ha testimoniato il passare del tempo, è diventato un’icona grazie al cinema, e ora, anche nella sua assenza, continua a lanciare un messaggio potente sulla fragilità della bellezza e sulla tenace, seppur lenta, forza della memoria collettiva che si rigenerano con il suo moncone che ha già cominciato a germogliare.

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