Estate 2025, allarme caldo per cani e gatti: i 7 errori da non fare

Aidaa indica comportamenti concreti per proteggere gli animali domestici
3 Luglio 2025
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Cane Caldo Fontanella

Temperature oltre i 40 gradi, ondate di calore ricorrenti e giornate torride senza tregua. L’estate 2025 si conferma la più intensa degli ultimi anni e il problema riguarda anche gli animali domestici. Cani e gatti non hanno margini di compensazione fisiologica come gli umani: sudano poco, dissipano calore lentamente e rischiano colpi di calore in tempi molto rapidi. Per questo l’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha diffuso un nuovo decalogo di comportamenti corretti e rischi da evitare. Alcune indicazioni sono ovvie, altre sottovalutate. In tutti i casi, le conseguenze possono essere gravi.

I principali errori da evitare

Alcuni errori sono noti, altri sottovalutati. L’esposizione al caldo eccessivo può causare colpi di calore, ustioni, disidratazione e, nei casi più gravi, la morte. Secondo il decalogo Aidaa, questi sono i comportamenti da evitare con rigore:

  1. Mai lasciare cani o gatti in auto ferme al sole, anche con finestrini socchiusi: la temperatura interna può superare i 60 °C in pochi minuti.
  2. Mai portare a spasso il cane nelle ore centrali della giornata (dalle 11 alle 17).
  3. Mai far camminare il cane su asfalto rovente: a 35 °C l’asfalto può arrivare a 55-60 °C e causare gravi ustioni ai polpastrelli.
  4. Mai portare il cane in spiaggia nelle ore calde: sabbia e mancanza di ombra possono causare disidratazione e surriscaldamento.
  5. Mai correre con il cane o portarlo al guinzaglio in bicicletta durante il giorno: è pericoloso e, nel secondo caso, anche vietato dal Codice della Strada.
  6. Mai lasciare animali su balconi esposti o terrazze, anche se ombreggiate: il calore può accumularsi fino a livelli critici.
  7. Mai lasciare acqua o cibo al sole: l’acqua si scalda e si deteriora rapidamente, il cibo può alterarsi e diventare pericoloso.

Sono situazioni comuni, spesso sottovalutate. Ma bastano pochi minuti di esposizione per provocare danni seri. Le razze brachicefale (bulldog, carlini, boxer), gli animali anziani o quelli con patologie respiratorie sono particolarmente a rischio.

Cosa fare in concreto

Non serve stravolgere la routine, ma adattarla. L’estate richiede un’attenzione diversa, continua e basata su tre principi: idratazione, orari intelligenti, osservazione. Questi i consigli pratici dell’Aidaa:

  • Lasciare sempre una ciotola d’acqua fresca a disposizione, mai fredda, in una zona ombreggiata o climatizzata. Cambiarla spesso, più volte al giorno.
  • Uscire solo nelle ore fresche, preferibilmente al mattino presto o dopo il tramonto.
  • Preferire superfici naturali all’asfalto: prato, terra battuta o percorsi in ombra riducono il rischio di scottature.
  • Utilizzare tappetini refrigeranti o panni bagnati in casa per cani e gatti particolarmente sensibili.
  • Offrire pasti leggeri, in orari freschi e sempre in zone riparate dal sole. Evitare cibo lasciato all’aperto per ore.
  • Monitorare il comportamento dell’animale: affanno, letargia, vomito, disorientamento o lingua molto arrossata possono essere segnali precoci di colpo di calore. In quel caso, contattare subito il veterinario.

Questi accorgimenti valgono sia in casa che in vacanza. Non richiedono spese o tecnologie avanzate, solo attenzione e adattamento. La prevenzione è l’unico strumento realmente efficace.

L’Aidaa non parla di emergenza ma di gestione. Non sono indicazioni eccezionali, ma suggerimenti che dovrebbero far parte delle abitudini quotidiane in estate. Ogni anno si verificano decine di episodi critici legati all’esposizione al caldo, molti dei quali evitabili con accorgimenti basilari. Le ondate di calore sono sempre più frequenti e le temperature medie in costante aumento: ignorarlo non è più un’opzione.

L’entrata in vigore della nuova legge Brambilla sul maltrattamento animale inasprisce anche il quadro sanzionatorio. Ma al di là degli aspetti legali, la soglia del rischio per cani e gatti nei mesi estivi resta concreta. E l’unico modo per evitarlo è intervenire prima, non dopo.

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