In un’epoca in cui la digitalizzazione avanza in ogni ambito della vita quotidiana, anche il tradizionale scontrino cartaceo si avvia verso il pensionamento. Con una risoluzione approvata dalla Commissione Finanze della Camera, a firma di Saverio Congedo (Fratelli d’Italia), il Parlamento dà il via a una transizione che promette vantaggi ambientali, semplificazione fiscale e innovazione tecnologica. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.
Entro quando ci si dovrà adattare?
Il passaggio alla ricevuta digitale sarà graduale e articolato in tre fasi:
- Dal 1° gennaio 2027: obbligo per la grande distribuzione.
- Dal 1° gennaio 2028: estensione agli esercenti con fatturato sopra una soglia che sarà definita dai decreti attuativi.
- Dal 1° gennaio 2029: obbligo per tutti gli altri operatori economici.
In tutti i casi, la ricevuta sarà inviata in formato elettronico – via email, Sms o app – e la versione cartacea potrà essere richiesta solo esplicitamente dal cliente.
Quanto impattano gli scontrini sull’ambiente?
Il tradizionale scontrino, seppur minuscolo, ha un impatto sorprendente. In Italia si stima – anche se non ci sono report e dati ufficiali recenti in materia- che vengano stampati ogni anno circa 30 miliardi di scontrini, che equivalgono a:
- 360 milioni di metri quadrati di carta termica (non riciclabile),
- Il consumo di oltre 33.000 alberi e 58 milioni di metri cubi d’acqua,
- Emissioni tra le 40.000 e 60.000 tonnellate di Co2.
Inoltre, la carta termica contiene spesso sostanze chimiche come il bisfenolo A (Bpa), dannose per la salute e per l’ambiente, e difficilmente smaltibili correttamente.
Qual è l’iter legislativo dopo l’approvazione della risoluzione?
La risoluzione parlamentare non è una legge vincolante, ma impegna il Governo a tradurre gli intenti in norme concrete. I prossimi passi prevedono:
- la redazione di uno o più decreti attuativi,
- la definizione delle soglie di fatturato per la fase intermedia,
- l’adeguamento dei registratori telematici e dell’integrazione con i sistemi Pos.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, affidato a Giancarlo Giorgetti, sarà chiamato a guidare la transizione, in linea con gli obiettivi di modernizzazione fiscale già contenuti nella Legge di Bilancio 2025.
Cosa cambia per il contribuente e per l’acquirente?
Per gli esercenti si verificherà una riduzione dei costi legati alla carta e alla manutenzione dei registratori; una maggiore efficienza nei processi fiscali e contabili; l’obbligo di aggiornamento tecnologico dei sistemi di cassa.
Per i consumatori, invece, le ricevute digitali saranno più facili da conservare e consultare; un minore spreco di carta e più ordine nelle spese personali; resterebbe comunque invariata la facoltà di richiedere la stampa, in caso di necessità (per esempio per i resi).
Esperienze internazionali
In Europa, diversi Paesi stanno sperimentando modalità alternative allo scontrino cartaceo, sebbene con approcci e tempistiche differenti. In contesti come Estonia e Danimarca, dove la digitalizzazione è particolarmente avanzata, sono diffusi strumenti elettronici per la gestione delle ricevute, anche se non sempre regolati da una normativa nazionale specifica. In Francia e Germania si segnalano iniziative locali, soprattutto in ambito privato o municipale, orientate a testare soluzioni digitali più sostenibili.
Queste esperienze, pur ancora frammentarie, offrono spunti interessanti sui benefici e le criticità di una transizione digitale, soprattutto in termini di interoperabilità dei sistemi, inclusione digitale e protezione dei dati personali.
Quali i rischi?
Tale decisione, però, non è priva di rischi. Ecco i principali:
- Esclusione digitale. Le persone anziane, chi ha difficoltà con la tecnologia o chi non dispone di dispositivi digitali rischiano di trovarsi svantaggiati. Anche in presenza della possibilità di richiedere lo scontrino cartaceo, c’è il pericolo che venga percepita come un’opzione scomoda o secondaria.
- Sicurezza e privacy dei dati. Inviare ricevute via email, Sms o app implica il trattamento di dati personali e, potenzialmente, anche finanziari. Se non adeguatamente protetti, questi dati potrebbero essere oggetto di accessi non autorizzati, furti d’identità o utilizzi impropri da parte di terzi.
- Affidabilità dei sistemi digitali. Malfunzionamenti tecnici, mancanza di connettività o errori nei server potrebbero rendere difficile la generazione o il recupero delle ricevute. Per chi deve effettuare un reso o dimostrare una spesa, l’assenza di un documento immediatamente disponibile può creare disagi.
- Costi iniziali per gli esercenti. Anche se nel lungo termine ci saranno risparmi, nel breve gli esercenti dovranno sostenere costi per aggiornare i registratori telematici e integrare i sistemi con software gestionali. Questo potrebbe essere un ostacolo soprattutto per le piccole imprese.
- Potenziale disallineamento normativo. La velocità della digitalizzazione può superare quella dell’adeguamento normativo, creando aree grigie su responsabilità, validità fiscale, modalità di archiviazione o gestione delle contestazioni da parte dei consumatori.
In sintesi, L’addio agli scontrini cartacei rappresenta molto più di un cambiamento burocratico: è un tassello verso un’economia sostenibile e digitalizzata. La sfida sarà accompagnare cittadini ed esercenti con strumenti accessibili, garantendo trasparenza, inclusione e semplicità d’uso. Il futuro è senza carta — ma con più tracciabilità, meno sprechi e nuove opportunità.