Una donna medico guadagna un terzo in meno di un collega maschio

Neoeletta alla Federazione europea dei medici dipendenti (Fems) Alessandra Spedicato, prima donna a ricoprire il ruolo dal 1964, quando la Fems si è costituita
10 Ottobre 2024
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Medico Donna Canva

Una donna medico, a parità di condizioni lavorative, geografiche e di età, guadagna almeno un terzo in meno rispetto a un collega maschio. Questo allarmante dato è stato evidenziato da Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, durante il congresso dei medici di famiglia della Fimmg a Villasimius, Cagliari. Oliveti ha sottolineato che il gap salariale non riguarda solo le professioniste in campo medico, ma si estende a tutte le donne che lavorano in diversi settori.

Qualche cambiamento è in corso e alla Federazione europea dei medici dipendenti è stata eletta per la prima volta una donna dal 1964, anno in cui la Federazione è stata costituita.

Un gap retributivo

In un contesto in cui le donne stanno finalmente superando gli uomini nel numero di medici attivi in Italia — 180.916 donne contro 180.502 uomini — il presidente ha messo in evidenza che, nonostante i progressi in termini di rappresentanza, il divario retributivo rimane significativo.

Secondo un rapporto dell’Eurostat, le donne in Europa guadagnano, in media, il 14,1% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. In Italia, il gap si attesta attorno al 20%, con le donne che guadagnano circa 26.000 euro all’anno, rispetto ai 32.000 euro degli uomini. In particolare, per i medici, il divario salariale è ancora più pronunciato: le donne medico guadagnano mediamente il 30% in meno rispetto ai loro colleghi uomini.

“La donna medico, secondo me, ha più capacità di prendersi cura”, ha affermato Oliveti, ma ha ribadito l’urgenza di colmare questo gap retributivo. Per affrontare questa disparità, ha proposto un approccio che vada oltre la semplice revisione degli stipendi. Ha suggerito di implementare un welfare che supporti le famiglie, la genitorialità e l’impegno professionale delle donne, tenendo conto delle risorse disponibili.

Alla Fems per la prima volta una donna

Ma non solo un problema di gap. Quello della rappresentanza ai vertici, anche nel settore medico, è una sfida da affrontare. È da considerare positiva, quindi, la nomina di Alessandra Spedicato, neo-presidente della Fems (Federazione Europea dei Medici dipendenti), che ha annunciato negli scorsi giorni che il suo mandato si concentrerà sulla valorizzazione del ruolo dei medici e della sanità pubblica in Europa. Tra i suoi obiettivi c’è il miglioramento delle condizioni di lavoro, il riconoscimento del lavoro usurante e l’applicazione corretta della legge comunitaria sull’orario di lavoro.

Spedicato ha inoltre sottolineato l’importanza di definire standard minimi per l’organizzazione del lavoro medico, con particolare attenzione alle condizioni delle donne, che ora rappresentano la maggioranza della forza lavoro nel settore. “Il prossimo triennio – ha dichiarato la neo-presidente – la Fems lavorerà affinché il ruolo dei medici e della sanità pubblica in Europa trovi una nuova valorizzazione e nuove gratificazioni. A partire dal miglioramento delle condizioni di lavoro e dal riconoscimento di lavoro usurante oggi negato, proseguendo con la corretta applicazione della legge comunitaria 88/2003 (Ewtd) sull’orario di lavoro, argomento al quale abbiamo dedicato un capitolo del ‘Fems White Book’ appena edito”. La Fems, infatti, si impegna a rafforzare il proprio ruolo di interlocutore con il Parlamento europeo riguardo agli aspetti professionali e contrattuali della professione medica.

Il dibattito sul gap salariale e sulle condizioni di lavoro per le donne medico è più attuale che mai, e la comunità medica è chiamata a unire le forze per garantire pari opportunità e diritti a tutti i professionisti del settore.

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